L’Istat pubblica un’altra indagine che fotografa una situazione davvero preoccupante per l’economia del nostro paese.
Gli effetti della crisi che ha colpito lo scorso anno tutto il mondo e, ovviamente anche l’Italia, fa sentire tutto il suo peso sulle spalle delle famiglie.
In base a quanto contenuto nel Rapporto annuale dell’Istat, il reddito disponibile collegato a valori attuali ha registrato una diminuzione nello scorso anno di 2,7 punti percentuali.
Considerando i vari dati in termini reali, ossia escludendo l’inflazione, quanto registrato nel 2009 ci riporta indietro di ben otto anni.
Valori che ricordano molto quelli correnti durante la recessione accaduta nella prima metà degli anni Novanta: un dato che è avvalorato anche dai numerosi segni di riduzione registrati anche nella propensione al risparmio dei nuclei familiari.
Come se non bastasse, la difficile situazione che si è venuta a creare, aumenta il fenomeno dei pagamenti in ritardo.
Nel nostro paese, questo problema, si integra, purtroppo, alla perfezione con un sistema finanziario molto delicato e fragile, che si distingue per una relativamente bassa capitalizzazione e un indebitamento molto alto.
In Italia, un dato serve a spiegare molto chiaramente cosa intendiamo per ritardi nei pagamenti: le imprese privati, estinguono i propri debiti nei confronti dei fornitori in un tempo di 88 giorni, ovvero 31 in più rispetto alle altre imprese dell’Ue.
I pagamenti dello Stato sono ancora più lenti: la media è di 128 giorni, in confronto ai 67 (quasi la metà!) della media europea.