La promessa è stata mantenuta: i cittadini e gli imprenditori che fanno parte delle quattro regioni che non si sono impegnate per rispettare i termini di rientro dal deficit sanitario previsti, dovranno pagare un maggior carico fiscale. Un tasso più alto dell’Irap per gli artigiani, commercianti e imprese, ma anche lo 0,3% in più di Irpef. Le quattro regioni colpite sono: Lazio, Campania, Molise e Calabria. Evita gli aumenti l’Abruzzo, probabilmente per via del terremoto.
Le quattro “dannate” hanno provato a riportare in sesto i conti della sanità, ma non è stato abbastanza.
Insomma, un periodo che non lascia spazio ai sorrisi per quanto riguarda le Regioni: tra la finanziaria che dà un taglio netto ai fondi e il federalismo con la sua mano potente dall’alto.
Per il momento i governatori, su quest’ultima questione, aspettano un incontro con il premier, come sottolineato nel corso di una riunione straordinaria tenutasi ieri.
L’accusa è sempre la stessa: non si riesce a capire il motivo per cui l’80% dei tagli facenti parte dalla finanziaria, ricadano sulle Regioni.