Giulio Tremonti, ministro dell’Economia, ha dichiarato che i controlli alle imprese sono “eccessivi, ci sono costi per il tempo perso, oltre a stress e occasioni di corruzione: è un’oppressione fiscale che dobbiamo interrompere“.
Il ministro ha precisato che “la proposta deve essere equilibrata e non può essere del tipo della legge 626 sulla sicurezza sul lavoro”. Pertanto “in molti settori potremmo immaginare un qualche tipo di concentrazione, che salvi le esigenze erariali e che tuttavia riduca il continuo meccanismo di frequentazione delle imprese, per cui va via uno e dopo una settimana arrivano i vigili, e poi seguono gli ispettori“. Dunque se si riuscirà a trovare “un equilibrio tra l’esigenza del controllo e l’attività delle imprese”, si farà così “un servizio all’economia del Paese”.
Tremonti ha inoltre sottolineato che “per quotare una società di 80 milioni i costi di quotazione sono 8 milioni” e ciò “è una follia”. Quanto al Sud, il ministro dell’Economia ha poi affermato che “un’enorme quantità di fondi è stata dispersa e questo ha anche alterato circuiti politici”: perciò “le idee da riprendere sono quelle della regia nazionale e della concentrazione sulle cose grandi”.
I fondi europei – ha proseguito Tremonti – “devono andare alle regioni, ma non è detto che devono essere amministrati dalle regioni: la questione del Mezzogiorno non è la somma delle questioni regionali”. E infatti “un’enorme quantità di fondi non viene spesa e noi, per fondi non spesi, siamo subito dopo la Romania“. “L’atteggiamento di chi non spende, pur avendo, è una follia che dobbiamo correggere” – ha concluso il ministro – poichè “è fondamentale spendere e concentrarsi su alcune cose”.