Riciclaggio: in Italia è oltre il 10% del Pil

Anna Maria Tarantola, vicedirettore generale della Banca d’Italia, ha dichiarato che nel nostro Paese il riciclaggio vale oltre il 10% del Pil a causa della forte influenza “di alcune multinazionali del crimine“.

Il vicedirettore di Bankitalia ha quindi sottolineato che esistono “flussi di denaro illecito, che assumono rilevanza anche sul piano macroeconomico e sono suscettibili di generare gravi distorsioni nell’economia legale”. Tutto ciò – ha proseguito Anna Maria Tarantola – altera “le condizioni di concorrenza, il corretto funzionamento dei mercati e i meccanismi fisiologici di allocazione delle risorse, con riflessi sulla stessa stabilità ed efficienza del sistema economico”.

Pertanto il riciclaggio è “un ponte fra criminalità e società civile” e fornisce ai criminali “gli strumenti per essere accolti e integrati nel sistema arrivando a sedere nei consigli di amministrazione e a contribuire all’assunzione di decisioni economiche, sociali e politiche rilevanti”.

“Le norme, severe chiare e incisive, sono necessarie ma non sufficienti” – ha commentato Anna Maria Tarantola – “perché la criminalità cerca costantemente nuove strade per riciclare i proventi della propria attività illecita, sfruttando le opportunità consentite dalla globalizzazione e dall’innovazione tecnologica e finanziaria“.

Le segnalazioni di operazioni sospette sono in evidente crescita (quasi 12.500 nel 2007, più di 37.000 nel 2010), ma “non può considerarsi soddisfacente il fatto che l’aumento delle segnalazioni sia dovuto quasi esclusivamente agli intermediari bancari e finanziari e alle Poste: dai professionisti e dagli altri operatori sono pervenute nel 2010 solo 223 segnalazioni (erano 136 nel 2009, 173 nel 2008), di cui un terzo dai dottori commercialisti, ragionieri e periti commerciali, circa un quinto dai notai“.

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