Aldo Bonomi, vicepresidente di Confindustria, ha dichiarato che “i mali assoluti che opprimono l’Italia produttiva sono una burocrazia folle e un fisco extralarge, smisurato; soffocano le imprese e spengono lo slancio imprenditoriale, facendo perdere competitività a un Paese che invece volerebbe”.
Il vice presidente di Confindustria ha poi sottolineato che occorre “riscoprire la manifattura di qualità e le reti d’impresa per crescere meglio”, così come è necessario “innovare sempre”, poichè “nessuno vive di storia”.
Bonomi ha inoltre affermato che il fisco è diventato “intollerabile e le tasse eccessive”: “questo fisco” – ha quindi precisato – “non fa altro che rendere le imprese meno competitive, soprattutto per chi lavora in ambito non solo locale, ma anche internazionale, e si deve confrontare con Paesi come la Germania, dove il tax rate è di poco superiore al 48%, contro quasi il 70% dell’Italia”.
“La separazione tra un Nord che produce e un Sud che produce meno” – ha aggiunto Bonomi – “è sempre più marcata e anche qui i motivi sono sempre di carattere politico, territoriale, legati ovviamente alla piaga della criminalità“: infatti – ha puntualizzato il vicepresidente dell’organizzazione degli industriali – “nel Mezzogiorno il sommerso assume un peso maggiore”.
Peraltro, “al di là della geografia, la verità è che siamo invasi tutti dalle scartoffie“: “per qualsiasi minimo cambiamento in azienda” – ha dunque concluso Aldo Bonomi – “bisogna iniziare a fare le code in Comune o alla Asl per ottenere un qualche straccio di permesso che sicuramente arriverà in tempi lunghissimi, incompatibili con i tempi di chi lavora”.