Cesare Trevisani, vicepresidente di Confindustria per le infrastrutture, ha dichiarato che è da accogliere “l’invito del ministro Romani a collaborare quando si tratta di attenuare o smantellare l’effetto Nimby (l’atteggiamento di protesta verso infrastrutture da realizzare in un territorio).
Trevisani ha poi precisato che “bisogna andare ai nodi e alle priorità che consentono questa operazione, rilanciando tutti insieme la priorità degli investimenti“. Il vicepresidente dell’organizzazione degli industriali ha dunque affermato che occorre mettere al primo posto “una riforma del titolo quinto della Costituzione che elimini i veti incrociati tra opere regionali e opere di interesse nazionale: un chiarimento sulle competenze di Stato e Regioni è inevitabile per fluidificare il processo decisionale”.
Trevisani ha inoltre rimarcato che è necessario porsi il problema “di chi siede alla conferenza di servizi: è giusto che ci siano i rappresentanti istituzionali nazionali e locali, ministeri e comuni”. “Non si capisce però” – ha proseguito – “perché debbano esserci anche soggetti plurimi e intermedi che agiscono sul territorio, come gli enti parco: la rappresentanza va data agli enti locali che sono eletti e devono rappresentare l’intero territorio”.
Trevisani ha infine sottolineato che bisogna “stabilire delle regole e farle rispettare, questo è evidente: ci sono ancora troppe incertezze, però non è solo questo il problema, è necessario che il governo riconosca la priorità al tema delle infrastrutture con decisioni e risorse adeguate”. “È evidente” – ha pertanto concluso – “che dobbiamo ripartire dagli investimenti per fare sviluppo: è corretto scegliere con attenzione le vere priorità e su quelle investire, ma va dato un segnale forte che si riparte”.