Puntuali stanno per arrivare i saldi estivi e altrettanto puntuali arrivano le polemiche.
Per certo al momento si conoscono le date che quest’anno saranno praticamente uguali in tutte le regioni italiane: cominceranno dappertutto sabato 2 luglio con la sola eccezione della Provincia autonoma di Bolzano che partirà l’8.
Ma le associazioni che tutelano i consumatori da giorni sono già sul piede di guerra. In particolare l’Adiconsum che ritiene ormai superate le modalità con le quali le svendite sono attuate. “E’ ormai un dato incontestabile – afferma Pietro Giordano, segretario generale vicario – che il sistema dei saldi sia diventato un colabrodo. Mancano ancora più di due settimane all’inizio e già arrivano sui telefonini gli sms, le mail, le telefonate dei negozianti ai propri clienti che anticipano la stagione degli sconti”.
Quindi secondo l’Adiconsum “le Associazioni delle aziende commerciali dovrebbero prendere atto che anche i loro stessi associati vìolano con costanza crescente una normativa vecchia e stantia quale quella dei saldi. Regole pensate e scritte in un contesto storico-economico ormai lontano anni luce dal nostro”.
In effetti negli ultimi anni molto è cambiato nel rapporto compratore-venditore, specie in un settore come quello della moda che è stato fra i primi a porsi al passo con i tempi. In particolare è cresciuta di molto la vendita online di articoli, che presenta già in origine sconti che possono essere anche molto sostanziosi. In più lo spopolare degli ‘outlet’, sparsi ormai un po’ in tutta Italia ha di fatto quasi sminuito la funzione primaria dei saldi che servivano al consumatore per risparmiare ma anche alle aziende per svuotare definitivamente i magazzini della vecchie collezioni. Inoltre le continue promozioni e liquidazioni proposte dai negozi, soprattutto le grandi catene, hanno praticamente aperto il periodo dei saldi a tutto l’anno.
Così da più parti, come ad esempio fa da tempo Assoconsumatori, si chiede di liberalizzare i saldi in modo da poter essere sicuri sia dei prezzi che della qualità dei prodotti. Occorrerebbe fissare un tavolo di lavoro con le associazioni di categoria, come Confcommercio e Confesercenti che però al momento non sembrano disponibili anche se pure loro comprendono come una legge che disciplini la materia potrebbe significare anche maggior spazio alla concorrenza e quindi anche un vantaggio per i clienti oltre che maggiore qualità nei servizi offerti.
In ogni caso si parte con le stesse regole: la prima e fondamentale per l’acquirente è quella di verificare bene i prezzi, soprattutto nei giorni che precederanno il 2 luglio, e segnalare alle autorità competenti eventuali ‘furbetti del cartellino’.