Almeno per il momento è passata la linea dettata dal ministro Tremonti: la riforma fiscale, che tutte le parti in causa invocano da più tempo e il governo è pronto a varare prima della chiusura estiva, passerà da tre sole aliquote con quote più basse, con cinque imposte che raggrupperanno quelle attuali e da un sistema di deduzioni e detrazioni più chiaro e facile da comprendere.
E’ quello che ha ribadito ancora una volta il premier Berlusconi nel suo ultimo discorso alla Camera, anche se per il momento i dettagli della riforma non sono stati resi noti. Confermata la manovra da 40 miliardi che dovrebbe permettere di arrivare al pareggio entro il 2014 il cui piano dovrebbe essere illustrato dopo il consiglio Europeo in programma il prossimo 23 e 24 giugno e arriverà sul tavolo del Cdm il 28.
Almeno sulla carta, dunque, una manovra che accontenta tutti. Il reperimento delle risorse necessarie passerà anche da una graduale diminuzione dei contingenti militari italiani che attualmente sono impegnati in missione all’estero, compresa quella dalla Nato in Libia che ha come termine ultimo il prossimo settembre. Inoltre Berlusconi ha confermato l’intenzione di modificare il patto di stabilità in modo da premiare i comuni virtuosi punendo al contempo quelli non in grado di ottemperare alle loro scadenze.
Venendo più in concreto alla riforma fiscale, l’obiettivo è quello dei tre gradini fissati al 20, 30 e 40% cominciando dal più basso che attualmente è al 23% per concedere maggiore respiro alle famiglie, vero motore dell’economia italiana moderna sempre più in difficoltà. Inoltre la riduzione delle imposte per i contribuenti, che diverranno cinque in tutto, e soprattutto il taglio di molte detrazioni e agevolazioni fiscali (attualmente sono ben 476 e costano 190 miliardi), senza però mettere mano al deficit per non aggravare ancora di più le generazioni future.
Il segretario della Cgil, Susanna Camusso, ha mostrato un cauto ottimismo soprattutto se la riforma curerà gli interessi dei lavoratori, delle imprese e dei pensionati. E nella manovra è rispuntato anche il famoso ‘Piano per il Sud’ che punta a rilanciare un’economia ora troppo penalizzata.