Antonio Catricalà, presidente dell’Antitrust, ha dichiarato che le liberalizzazioni sono “scivolate via dalle priorità dell’agenda politica” e ha ribadito “a chiare lettere che senza concorrenza è a rischio la vitalità, già compromessa, del sistema economico“.
L’Autorità – ha proseguito Catricalà – “ha dovuto denunciare pericolosi tentativi di chiusura dei mercati dettati dagli interessi particolari in settori come le farmacie, le assicurazioni, alcune professioni, i trasporti“. Peraltro il primo disegno di legge sulla concorrenza “non ha mai visto la luce” e questo “è grave, rallenta il processo di ammodernamento del Paese, fa perdere fiducia agli imprenditori che vogliono sfidare i monopolisti e agli stessi controllori: deve essere recuperato il tempo perduto”.
“Abbiamo contrastato” – ha sottolineato Antonio Catricalà – “le lusinghe del neostatalismo rinvigorite in Europa dalle recenti crisi: non crediamo che si possa attribuire a una burocrazia illuminata il potere di guidare le sorti dell’economia“.
Inoltre l’Antitrust ha svolto “con rigore il ruolo di pungolo della politica affinchè i ritardi venissero recuperati e ha attivato tutte le leve a disposizione per favorire l’apertura dei singoli mercati, ha agito nella convinzione che la concorrenza non sia un lusso da concedersi solo durante i cicli economici espansivi ma diventi strumento indispensabile nei periodi difficili per sostenere la ripresa e difendere i consumatori“.
Infine Catricalà ha puntualizzato – in merito al settore bancario – che l’Antitrust “ha accettato gli impegni di Abi e consorzio Bancomat che hanno reso possibili riduzioni per le commissioni interbancarie fino al 36%: il sistema creditizio è stato vincolato a un percorso che deve condurre a ulteriori ribassi grazie all’applicazione di analisi di efficienza economica e i minori oneri nel quadriennio 2007-2010 ammontano a 500 milioni di euro”.