Che l’Italia abbia viaggiato, da sempre, su due binari opposti e paralleli si sa, da un lato c’è sempre il Centro-Nord che, dopo l’Unità d’Italia ha sfruttato le ricchezze del sud, e dall’altra parte il Mezzogiorno, sempre più sfruttato e indebolito. Una sola nazione di fatto, due velocità e due anime differenti, nella sostanza.
A dare nuovamente prova di questa frattura, il nuovo rapporto di Unioncamere 2012, rapporto che ha messo in luce un’incredibile frattura all’interno del Paese. Secondo i dati raccolti, infatti, si stima a fine anno un calo medio del pil dell’1,5%, con un drastico assetto nel Sud che raggiungerà l’1,8%. Ma a quanto pare, ci sarà presto una nuova ripresa con una possibile crescita dello 0,8%.
Ma a uanto pare le preoccupazioni non si esauriscono, nuovi allarmi difatti riguardano il tasso di occupazione in netto crollo. La crisi infatti, si abbatterà con maggiore vigore proprio sulle piccole e medie industrie con meno di 10 dipendenti. Un segnale che potrebbe confermare altresì una riduzione dei consumi, con un tracollo del l 3,8% per il settore investimenti. Ma a farne duramente le spese, pare sarà Mezzogiorno. I consumi delle famiglie al Sud, infatti, pare siano costretti a subire una contrazione che si aggira tra il 2,4% e il 2,8%.
Ferruccio Dardanello ha così commentato la situazione sempre pi preoccupante: “Bisogna puntare sugli investimenti per rilanciare l’economia e sostenere l’occupazione. Il tessuto prduttivo del Paese, oramai, è sfiancato da questi uattro anni di crisi. Tra gennaio e marzo di quest’anno, sono andate perdute 26 mila imprese, ma restano a rischio ancora oggi centinaia e centinaia di piccoli e piccolissimi imprenditori che rischiano di fallire per crediti non riscossi o perché vedono ridursi il credito delle banche.Per questo servono riforme imperniate su 5 parole chiave per lo sviluppo: semplificazione, internazionalizzazione, investimenti, credito e lavoro”.
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