Si sono appena chiuse le iscrizioni per il prossimo anno scolastico. La stragrande maggioranza dei genitori ha chiesto il tempo pieno, ma il maestro unico incombe e più che una scelta, sembra una necessità, perché – fin dal 2009-2010 – ci saranno 30.000 insegnanti senza lavoro, che diventeranno 42.000 nel 2010.
Già oggi, comunque, la situazione comincia a essere paradossale in molte scuole, non ci sono, infatti, i soldi per le supplenze.
Pensate a vostro figlio a scuola, magari alle elementari. Il suo maestro sta male, e l’istituto, per legge, è tenuto a chiamare immediatamente un supplente, il giorno stesso. La scuola, però, non ha soldi, perché il fondo per le supplenze è al limite. Un caso isolato e insolito? Sembra di no, confermano i sindacati. E alcune scuole di Roma ci raccontano i dettagli, spiegandone le conseguenze, e soprattutto rispondendo alla domanda che sta tormentando i genitori: “Cosa succederà ai bambini se non ci sono i supplenti?”.“Niente di buono. Perché se non possiamo nominare i supplenti, la didattica è a rischio”.
A rispondere è Gino Massullo, preside dell’istituto comprensivo Carlo Levi, IV Municipio, Roma.
Istituto Levi: per pagare i supplenti 75.000 euro in meno
“La situazione è drammatica”, ci dice. “Nella mia scuola come in molte altre”.
Cosa sta succedendo da voi? “L’anno scorso per pagare i supplenti ci hanno concesso un fondo pari a circa 100mila euro. Quest’anno stiamo a 25mila, con la possibilità di arrivare al massimo a 35mila. Capisce che è circa un quarto rispetto al 2007-2008, assolutamente inadeguato”.
Il preside sta parlando del fondo per le “supplenze brevi”, che a differenza di quelle annuali, usate per coprire l’intero anno scolastico, sono quelle per così dire estemporanee, della durata di pochi giorni.
Ma il ministero deve all’istituto 250.000 euro
Anche per le supplenze “lunghe”, però, non va meglio, ci dice Massullo, perché i soldi per le supplenze arrivano in ritardo dal ministero, e il “saldo” di quanto anticipano le scuole è da anni parziale. “Ma i contratti per i supplenti”, sottolinea il preside, “li firmiamo noi. E gli insegnanti, giustamente, vogliono esseri pagati”.
La Cisl Lombardia ha rilevato pochi giorni fa che, a causa dei mancati crediti saldati dal ministero, le scuole non solo non riescono a pagare i supplenti, ma sono a rischio anche i compensi dei commissari per gli esami di Stato. Nella provincia bergamasca si riferisce di una media di credito, per istituto, pari a 180mila euro.
Si riconosce nei dati? “Le posso dire che dal 2005 abbiamo accumulato un credito pari a 250 mila euro. Di cui circa la metà per le supplenze”.
Alla lunga per pagare i supplenti useremo altri fondi
Come pensate di procedere? “Abbiamo fatto presente il problema alla Regione e al ministero dell’Istruzione. Quando finiremo i soldi, ossia tra tre mesi, ottimisticamente, chiederemo nuovamente aiuto, perché qui non sappiamo veramente come andare avanti”.
Se non avrete una risposta adeguata? “Faremo quello che in molte scuole stanno già facendo. Saremmo costretti a violare la legge e non chiameremo il supplente. Divideremo la classe in cui manca l’insegnante in piccoli gruppi e li smisteremo in altre sezioni”. Sarebbe un problema per la didattica. “Esattamente. E alla lunga sarò costretto a fare come altri colleghi, utilizzerò fondi diversi”. Quali? “Noi per esempio abbiamo un budget per l’ampliamento dell’offerta formativa, con cui organizzare i corsi di recupero, o per progetti ad hoc destinati agli studenti più meritevoli. Rinunceremo a tutto questo, e a pagarne il prezzo sarà l’arricchimento didattico”.
Dall’Esopo: posso chiedere ai supplenti di lavorare gratis?
Cambiando istituto la situazione resta analoga. E anche all’Esopo, la scuola media del quartiere Trieste-Salario, una delle zone più “in” di Roma, il problema è grave. “I soldi per i supplenti non ci sono. Ma io come faccio a dire a un precario di venire a lavorare da noi 4 mesi gratis? Mica gli posso chiedere di fare volontariato… Userò altri fondi, ma se vorremmo partecipare ad un bando, organizzare un progetto per migliorare la didattica, avremmo le mani legate”, ci spiega la preside, Ada Maurizio,
Non è un problema solo di quest’anno. Ma in futuro?
Il problema quest’anno è più acuto? “Direi di no. Sono anni che ci danno sempre meno soldi, che assistiamo ad un degrado progressivo. E la Gelmini – se è questo che vuole sapere – ha proseguito semplicemente su una strada già avviata”.
Secondo lei il ministro non ha peggiorato la situazione? “Diciamo che ci ha tolto le speranze per il futuro. Se ci dicessero di fare un sacrificio, per poi avere una prospettiva migliore, potremmo accettarlo.
E invece, va sempre peggio. Dal prossimo anno, avremo 6 insegnanti in meno in organico”. Per l’orario ridotto? “Sì. Tagliati 4 posti di lettere e 2 cattedre di tecnica. Io potrei essere anche d’accordo nel fare un’ora e mezzo di lezione in meno al giorno. Ma se guardo la cosa con uno sguardo complessivo, è un tassello che arricchisce una situazione già tragica”.
Ci dicano la verità: stanno tagliando risorse sulla pelle degli studenti
La Gelmini direbbe che bisogna razionalizzare le risorse. “Lo sta facendo sulla pelle degli studenti, perché stanno solo tagliando. Non crede sarebbe più onesto ammetterlo, senza venderci modelli didattici assurdi, come per il maestro unico? Se si parla di sprechi, poi, il ministero dovrebbe guardare in “casa propria”.
Sperperi nell’amministrazione centrale? “Quello che fa rabbia è vedere i soldi usati male. Le convenzioni con la Rai, ad esempio. Milioni di euro dati dall’Istruzione alla televisione di Stato per i programmi televisivi dedicati ai bambini”.
Non servono? “Certo che servono. Ma se poi li mandano in onda in orari assurdi, è inutile. Non dico che non siano educativi, ma forse è il caso di fare una lista di priorità. Noi qua non sappiamo come andare avanti, e siamo sempre più scoraggiati”.
Domenico Pantaleo (Flc-Cgil): le scuole al collasso
Domenico Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil, il settore scuola del sindacato, non è sorpreso quando gli riportiamo le parole dei presidi: “Noi denunciamo da mesi una situazione altamente critica nelle scuole. Il problema è che il ministero ha azzerato i trasferimenti dei fondi negli istituti, e questi non sono più in grado di fare bilanci”.
Possibile non avere i soldi per pagare i supplenti?
“Il punto è che non ci sono più risorse fresche. E le scuole sono al collasso. Molte, perfino, indebitate. Lo sa che in alcune già stanno effettuando i primi pignoramenti?”. Ci dicono che dal prossimo anno sarà peggio. “Dal prossimo anno saremo al paradosso. Perché con i tagli di organici i primi a essere fatti fuori saranno i precari, quelli che fanno le supplenze annuali. Si dovrà ricorrere massicciamente a quelle brevi, ma per queste non ci sono soldi. Un circolo vizioso, senza uscite”.
Fonte: Ilsalvagente.it
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