Sono partiti nei primi giorni di giugno ma al momento non tutti i diretti interessati hanno ancora compreso bene di che cosa si tratti. Parliamo dei cosiddetti ‘conti base’, voluti dal governo nel decreto SalvaItalia e concordati con l’associazione delle banche italiane anche se ci sono voluti diversi mesi per vederli attivi.
Si tratta di conti correnti dai costi contenuti, ma soprattutto con maggiore trasparenza, proposti senza spese aggiuntive alle fasce più deboli degli italiani. Sono state ideate quattro formule diverse, che vi sintetizziamo. Le prime due riguardano direttamente i pensionati e sono un conto vincolato oppure un conto gratuito.
Nel primo caso possono aderire i titolari di pensione mensile netta fino a 1.500 euro che, avendo un Isee pari o superiore a 7.500 euro, non rientrano nella fascia svantaggiata. Nel computo vanno considerate le pensioni percepite, escluse le forme di previdenza complementare e in cado di cointestazione del conto a più pensionati il requisito reddituale va accertato su ciascun contestatario, non cumulativamente. Sarà gratuita solamente parte dei servizi del conto di base ordinario, mentre altri sono a pagamento Quello gratuito invece è simile al precedente, ma più limitato perché non consente al titolare di accedere ai servizi aggiuntivi, nemmeno a pagamento.
C’è poi il conto ordinario, disponibile per tutti i consumatori con il pagamento di un canone e della mancata remunerazione delle giacenze. Consente un’operatività limitata ai soli servizi indicati nella convenzione, ma comunque potrebbe essere utile per stimolare la concorrenza tra i vari istituti. Il titolare non può firmare assegni, chiedere una carta di credito, aprire un deposito titoli o ottenere un affidamento e nemmeno andare in scoperto, ma potrà utilizzare l’internet banking senza ulteriori costi. Il numero delle operazioni annue è limitato per ciascun servizio e per le operazioni aggiuntive, l’intermediario può addebitare un costo non superiore a quello applicato sui conti correnti ordinari offerti a consumatori con esigenze normali. Il bollo annuo è quello ordinario di 34,20 euro, fatta salva l’esenzione per i casi di giacenza media annua non superiore a 5mila euro.
Infine per la fasce meno agiate c’è un conto simile all’ordinario però senza spese ed esente dal bollo. È riservato alle categorie socialmente svantaggiate con Isee inferiore a 7.500 euro. Questo documento dovrà essere presentato alla banca all’apertura del conto e poi ogni anno entro il 1° marzo. Potrà essere cointestato, ma solo con i familiari considerati nel calcolo dell’Isee.