Il Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo è più che convinto della rivoluzionaria efficacia della sua riforma: più di 50 milioni di euro spesi per investire sul digitale e tagliare i costi della carta. Un computer per classe in tutte le scuole entro giugno e un tablet a disposizione di ogni professore della Puglia, della Sicilia, della Calabria e della Campania, le “regioni più a rischio”.
A detta del ministro il progetto “taglia-carta” prevede un risparmio per lo Stato di 30 milioni di euro, 6.200 euro in media per istituto, risparmio che si otterrebbe facendo a meno della documentazione cartacea.
Dunque addio al famoso registro di classe? Non è detto, sono infatti molti i dubbi sull’effettiva efficacia della digitalizzazione. Non è affatto scontato che maestri e professori sostituiscano carta e penna con la tecnologia, perciò computer e tablet potrebbero rischiare di restare fermi in un angolo, cosa che rappresenterebbe l’ennesimo spreco pubblico.
In ogni caso sembra utopico pensare a una riforma tecnologica che in un anno rivoluzioni il modo di fare e pensare scuola. L’unico effetto già attestato è quello di aver fatto scoppiare parecchie polemiche, è stata infatti molto criticata la scelta di destinare i tablet alle sole regioni del sud, come se fosse una valida soluzione ai gravi problemi che le scuole del mezzogiorno devono affrontare.
Ancora non ci sono state proteste ufficiali, la Cgil ha però annunciato un mese di mobilitazione “I problemi della scuola italiana son ben altri, le scuole vanno affrontando un’altra stagione accorpate (con classi stipate), insicure (vedi il crollo di un tetto a Pordenone) e senza duemila insegnanti già destinati alle biblioteche per le loro difficoltà cliniche: la spending review li ha forzatamente dirottati ai servizi amministrativi.”