Tra i molti problemi dell’Italia è ben noto quello della contraddizione che intercorre tra due fenomeni: la disoccupazione giovanile e il moltiplicarsi degli esodati, ovvero di tutte quelle persone over 50 espulse dal mercato del lavoro e non ancora ammesse alla pensione a causa dell’innalzamento dell’età o dei requisiti per accedere al trattamento pensionistico voluto dal governo Monti. Proprio nella giornata di ieri, in cui il segretario di Rifondazione Comunista Paolo Ferrero consegna in Cassazione il referendum per l’abolizione della Riforma Fornero, la Commissione affari sociali della Camera inserisce un emendamento nel decreto Sanità, il quale prevede una scorciatoia per i dipendenti del settore sanitario.
“I dipendenti del servizio sanitario nazionale – recita l’emendamento – che risultino in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi che sulla base delle regole precedenti la riforma Fornero avrebbero comportato la decorrenza del trattamento entro il 31 dicembre 2014, possono richiedere l’accesso al trattamento pensionistico entro tale data con il riconoscimento di un periodo aggiuntivo fino a 30 mesi.” Per i dipendenti della sanità si andrebbe così a rinnovare la possibilità di ricorrere alle quote per l’accesso alla pensione di anzianità, i requisiti necessari sarebbero poi da raggiungere entro la fine del 2013.
Come si può notare, la Camera è andata ad approvare un provvedimento che individua una classe di privilegiati secondo un ragionamento non molto etico, di questo se n’è accorta subito la stessa Elsa Fornero che non ha perso tempo nell’andare a dichiarare “Il governo ha già detto che è contrario e io lo ribadisco. Non ci sono fratelli maggiori e fratelli minori. Questa riforma pensionistica vale per tutti.”
Per i 600.000 privilegiati dall’emendamento sarà quindi, con ogni probabilità, soltanto una pallida illusione. Governo e parti sociali vanno invece a confrontarsi sul come risolvere il vero nuovo problema del sistema provvidenziale italiano, il discorso della Fornero “L‘impegno del governo è rivolto a cercare soluzioni per le persone che possono rischiare di trovarsi nel 2013 e 2014 senza reddito e senza lavoro” collima con quello dell’inviperito Giuliano Cazzola, vicepresidente della Commissione lavoro “Non è accettabile che, mentre la Commissione Lavoro si sta impegnando da tempo per avviare a completa soluzione il problema degli esodati, si determinino smagliature bipartisan di tale portata – l’emendamento di cui sopra – che non arriveranno da nessuna parte, perché totalmente prive di copertura, ma fortemente inquinate di smanie elettoralistiche.”