E’ stata una delle forme di risparmio più praticata dagli italiani negli ultimi anni, ma ora anche per i conti deposito si annunciano periodi foschi, soprattutto perché dal 1° gennaio 2013 entrerà in vigore una nuova imposta di bollo che potrebbe scoraggiare decisamente gli investitori o magari anche solo far cambiare tipo di deposito.
Infatti l’imposta sarà proporzionale alle somme lasciate in custodia sul conto, passando dallo 0,10% allo 0,15% annuo, con una somma minima di 34,2 euro e senza alcun tetto massimo mentre nel 2012 il limite era stato fissato a 1.200 euro). Quindi l’aumento dell’imposta salirà praticamente al 50% e non c’è nessuna possibilità che intervengano da qui a fine anno ulteriori norme che vadano a modificarla.
Ovviamente le banche si stanno attrezzando, con proposte differenti. Ad esempio Mediolanum o CheBanca! hanno modificato le condizioni contrattuali dei loro depositi, comunicando ai loro clienti che sui rapporti già esistenti, anche quelli vincolati, l’istituto non sé più disposto a pagare l’imposta di bollo, come invece sancito al momento della stipula del contratto.
E in caso di mancato recesso dal contratto entro 60 giorni le modifiche sono da considerarsi approvate visto che il come dice Testo Unico Bancario le modifiche apportate dalle banche sono valide solo “ove il cliente non receda, senza spese, dal contratto entro la data prevista per la sua applicazione; in tal caso, in sede di liquidazione del rapporto, il cliente ha diritto all’applicazione delle condizioni precedentemente praticate”.
Restano però altre banche che invece non faranno gravare il costo sui clienti e per questo meritano di essere citate. Come Banca Sistema, Carige, Banca Ifis, Bcc For Web Privat Bank, Banco Popolare, Iw Bank e Bcc For Web. In ogni caso si va verso costi decisamente più alti per i correntisti che invece, nel 2012, dovevano solo pagare il costo delle comunicazioni inviate dalla banca, pari a 1,81 euro, che in alcuni casi veniva sostenuto direttamente dall’istituto.