Gli asili nido comunali sono un lusso: 3.000 euro all’anno

Avere un figlio è una benedizione, una gioia infinita, il regalo più grande e bello che una coppia possa ricevere in tutta la sua vita. Tuttavia la nascita di un bambino, per quanto possa essere un evento straordinario, è allo stesso tempo foriero di difficoltà e problemi che devono essere necessariamente risolti. Oggigiorno, all’interno di una famiglia entrambi i genitori sono costretti a lavorare, il costo della vita è esponenzialmente aumentato negli ultimi anni e nella maggioranza dei casi pensare di vivere con un solo salario è pura fantascienza. Non tutti hanno la possibilità di far crescere a costo zero il proprio figlio in casa dei nonni, quando il bimbo è ancora in tenera età l’alternativa è l’asilo nido comunale, ma questo è ormai un lusso.

Cittadinanzattiva ha denunciato i costi troppo elevati degli asili nido pubblici e l’insufficienza dei posti disponibili per l’accesso ai servizi. L’associazione dei consumatori ha realizzato l’indagine che è andata a fotografare una preoccupante situazione: a partire dalle fonti ufficiali delle amministrazioni comunali citate, sono stati calcolati i costi medi che una famiglia, formata da genitori con un unico figlio di massimo tre anni a carico e un reddito lordo di 44.200 euro annuali, deve affrontare.

La media esatta, considerando tutti gli asili per la prima infanzia sparsi per il nostro Paese, ci informa di una spesa di ben 302 euro al mese se si vuole usufruire del servizio a tempo pieno. Valutando che il piccolo resta nel nido almeno dieci mesi all’anno, il costo annuale va a superare i tremila euro. Le tariffe variano però notevolmente a seconda dei casi, con un’evidente disparità tra le regioni del Nord e quelle del Sud, queste ultime sono in assoluto le più economiche: a Lecco la retta mensile sfiora i 550 euro, il triplo rispetto ai 146 euro romani e sette volte superiore all’ammontare richiesto a Catanzaro, dove il servizio a tempo pieno non supera i 70 euro.

Il problema degli asili nido italiani non riguarda soltanto l’eccessiva spesa, altrettanto grave è il fatto che un bambino su quattro non è accettato nelle strutture per mancanza di posti. Antonio Grasso, segretario generale di Cittadinanzattiva, spiega il problema “Dall’indagine effettuata è evidente che ancora oggi manca nel nostro Paese un sistema di servizi per l’infanzia equamente diffuso ed accessibile su tutto il territorio e adeguate agevolazioni fiscali a sostegno dei nuclei familiari con bambini piccoli. D’altro canto la riduzione delle risorse a disposizione degli enti locali e la rigidità del patto di stabilità contribuiscono a tagliare sempre di più le risorse destinate alla spesa sociale.

 

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