Quando parliamo di coworking affrontiamo il discorso su un fenomeno nato nel 2005 ma esploso solo nell’ultimo anno. Si tratta dell’ultima frontiera del risparmio in ambito lavorativo, una degna risposta alla crisi economica e alla crescita esponenziale dei costi dei locali.
Il problema degli affitti non riguarda solo le famiglie e la spesa per l’appartamento, bensì è comune a tutta una serie di lavoratori autonomi che per poter svolgere la propria attività hanno bisogno di un ambiente adeguato. Per rispondere a questa richiesta sono sempre più gli avvocati e gli imprenditori che, tanto in Italia quanto in Europa e negli Stati Uniti, mettono a disposizione all’interno dei propri locali spazi da adibire ad uffici destinati ad altri lavoratori.
Quando si parla di coworking è importante fare una precisazione: distinguiamo questa pratica dalla logica dello studio associato che tende a mettere insieme persone con competenze e funzioni diverse al fine di una loro proficua collaborazione. Il coworking, invece, è un sistema di “condivisione degli spazi di lavoro” che, pur offrendo un reciproco scambio di idee tra i vicini d’ufficio, permette al proprietario dell’immobile di avere un nuovo canale di introiti mentre all’affittuario di trovare un posto di lavoro ideale a un costo nettamente inferiore agli standard d’affitto dei locali.
La pratica del coworking ha conosciuto un’incredibile diffusione nell’ultimo anno, come estrema risposta alla crisi finanziaria ha registrato una crescita del +93%. Oggi si contano duemila uffici in tutto il mondo organizzati in questo modo, ma la cifra è in continua espansione e già si pensa ad una nuova frontiera degli spazi di lavoro.