Il primo effetto concreto, almeno per quelli che hanno ricevuto regolarmente la busta paga questo mese, è già lì nero su bianco. Perché con gli stipendi di gennaio ma anche con le rate della pensione è riconosciuto l’incremento delle detrazioni Irpef per i familiari a carico che è stato previsto nell’ultima legge di stabilità.
In pratica lo sconto d’imposta varierà nell’importo mensile da un minimo di 10 euro nel caso di un solo figlio ad una quota massima di 30-40 in media per chi abbia più figli. Merito della riduzione delle aliquote Irpef abbinata alla riduzione delle attuali detrazioni e deduzioni per oneri. Così complessivamente gli sgravi valgono circa un miliardo l’anno mentre dal 2014 arriveranno invece i benefici per le imprese sotto forma di un alleggerimento dell’Irap.
In pratica per le detrazioni per i figli non è stato modificato l’attuale impianto che prevede un vantaggio decrescente in base al crescere del reddito, fino ad una quota di 95 mila euro. Sono stati invece aumentati gli importi di base della detrazione, in particolare la detrazione base che sale da 800 a 950 euro per ciascun figlio e da 900 a 1.220 nel caso dei minori di tre anni. A questa somma andranno poi aggiunti 400 euro nel caso in cui il figlio sia portatore di handicap visto che anche per quest’ultima tipologia c’è stata una maggiorazione. Il tutto ovviamente va distribuito equamente sui 12 mesi.
Gli sgravi diventano più pesanti per le famiglie numerose: con 3 figli si parte da 34 euro mensili con un reddito di 1.000 a 25 con 3.000, se sono quattro si passa da 46 a 36. E queste somme aumentano ancora se qualcuno degli interessati ha meno di tre anni oppure è disabile, oppure ancora se il nucleo familiare sia ancora più numeroso. Ovviamente gli importi saranno divisi tra i genitori nel caso in cui entrambi abbiano un reddito sottoposto a Irpef.
Ma perché un componente del nucleo familiare sia considerato a carico ai fini dell’Irpef occorre che non abbia un proprio reddito superiore a 2.840 euro, importo che non è stato modificato nel tempo. Così il capofamiglia dovrà fare attenzione a non superare, con lavori accessori, la cifra totale, mentre per i figli non ci sono limiti di età. Quindi se la soglia di reddito non viene superata si può restare a carico anche oltre i 30 anni.