L’ex presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, non molla e non ha intenzione di cedere ai veti del Partito Democratico sul nome di Daniela Santanchè, candidata dal PDL a succedere a Maurizio Lupi per la vice-presidenza della Camera dei Deputati. Il ragionamento del leader del centro-destra da Villa Martino ad Arcore è semplice: il PD non può accettare i nostri voti per governare e poi dichiarare impresentabili quelle stesse persone con cui governa. E alla riunione dei deputati del partito si prevedono tensioni tra le due anime, quella più moderata e filo-governativa e quella più movimentista e battagliera. La prima è guidata dal segretario Angelino Alfano, che ieri ha avuto un lungo faccia a faccia proprio con la Santanchè, durante il quale le avrebbe ribadito il sostegno suo e del partito, come aveva fatto, peraltro, lo stesso Cavaliere.
Ma la questione Santanchè è diventata anche il termometro per misurare quanti stanno più col partito e quanti, invece, sono maggiormente interessati alle sorti del governo. Alfano è accusato palesemente di tenere più a Letta che alle dinamiche del PDL. E oggi potrebbe esserci una lavata di capo pure per il ministro delle Riforme, Gaetano Quagliariello, che ieri aveva annunciato che l’esecutivo avrebbe assecondato una nuova legge elettorale, anche provvisoria, ma senza che avesse precedentemente informato il partito. In serata è arrivata la precisazione dello stesso Quagliariello, il quale si rimette alle decisioni del PDL, ma era ormai tardi e la sua battuta era stata stigmatizzata dai piani alti, medi e bassi del partito.
Berlusconi non ci sarà alla riunione per decidere la conferma della candidatura di Daniela Santanchè, ma è evidente che non ha intenzione di accettare alcun cedimento sul punto, perché sarebbe un dietro-front clamoroso e un regalo al PD.