PD, Crocetta si candida a segretario. Centro-sinistra in calo

PD, Crocetta si candida a segretario. Centro-sinistra in caloUn altro sfidante per la segreteria del Partito Democratico. Stavolta, è il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, ad annunciare la sua candidatura. Sarà lui il cosiddetto anti-Renzi, anche se paradosso vuole che non si sappia ancora se il sindaco di Firenze correrà per guidare il partito, allettato com’è solo dalla possibilità di fare il premier. Governatore della Regione Sicilia dalla fine di ottobre del 2012, Crocetta si è distinto per un gattopardismo a dir poco stucchevole. Da “rivoluzionario” e auto-proclamatosi “il più grillino dei grillini”, ha prima cercato e trovato l’intesa con il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, che alle regionali siciliane si è attestato primo partito, salvo negli ultimi mesi avere mollato l’alleanza inedita per trovare un accordo con il PDL tra i banchi dell’Assemblea Regionale Siciliana.

Personaggio poco gradito allo stesso PD, che in questi giorni “processerà” Crocetta per avere creato un partito parallelo, la lista del cosiddetto “Megafono”, il governatore non ci sta e accusa Largo del Nazareno di stalinismo, di scarso sostegno alla sua amministrazione regionale, attaccando Bersani e Zoggia, che avrebbero chiesto loro la formazione di una lista parallela al PD.

Ma l’auto-candidatura di Crocetta per la segreteria nazionale potrebbe scompigliare i giochi. Il governatore potrebbe trovare qualche consenso tra la base più riottosa contro i vertici, spiazzando Guglielmo Epifani, che sulla carta dovrebbe essere confermato alla guida del partito. E resta da vedere cosa accadrà se partecipasse anche Renzi. A quel punto, le bande di opposizione dentro al PD potrebbero quasi annullarsi tra loro, facendo il gioco della dirigenza.

Intanto, il sondaggio del lunedì di Emg e divulgato dal TG La7 di Enrico Mentana svela che il PD è ancora in calo al 26,4%, mentre sale il PDL di mezzo punto al 27,7%. La guerra tra bande dentro il partito di Epifani non sembra allettare gli elettori, mentre avvantaggerebbe il Movimento 5 Stelle, cresciuto dello 0,8% in una sola settimana, tornando a quota 20%.

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