Con il Decreto del Fare, il Governo italiano ha deciso di tagliare il Tax Credit, l’incentivo fiscale che ha permesso al cinema italiano di alzare la testa negli ultimi anni. È stato deciso di limitare il credito d’imposta al solo 2014, ma il cinema è un settore in cui gli investimenti si fanno nell’arco dei due anni e già gli azionisti stranieri hanno ritirato le loro proposte dal nostro Paese. Il mondo cinematografico è in rivolta, si stima che saranno circa tremila le persone che si ritroveranno senza lavoro in seguito a questo provvedimento.
Dai finanziamenti derivanti dal Tax Credit, film quali Viva la libertà di Roberto Andò, o Reality di Matteo Garrone, sono potuti approdare nelle sale cinematografiche e riscuotere un grande successo di critica e di pubblico. I tagli previsti dal Governo avranno effetti drastici, almeno questo è quanto ammette lo stesso cugino del Primo Ministro, Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa “Le risorse stanziate non sono sufficienti. È prevista una dote di 45 milioni di euro, ne mancano altri 40. Il Tax Credit è uno strumento capace di moltiplicare il gettito fiscale e far emergere il sommerso e consente nuove produzioni.”
Il provvedimento compreso nel Decreto del Fare ha colto di sorpresa tutti gli addetti ai lavori, dal momento che Enrico Letta su tutti aveva minacciato le dimissioni nel caso il Governo avesse deciso di tagliare sulla cultura. Sono diversi gli attori e registi che hanno fatto sentire la loro voce, da twitter Alessandro Gassman si è rivolto direttamente al ministro dei beni culturali “Ministro Bray ma il tax credit per il cinema tagliato!? Così si tagliano le gambe a migliaia di lavoratori.” Massimo Bray non ha tardato a far arrivare la sua risposta, direttamente da internet, palesando un clima di tensione all’interno dello stesso Governo “Mi sono battuto e continuerò a battermi facendo di tutto per garantire il tax credit al cinema.”