Silvio Berlusconi non molla la presa e davanti ai giovanissimi di Forza Italia, tutti under 35 e guidati da Daniela Santanchè, conferma la linea di queste ultime settimane: non sarà possibile tenere in piedi il governo delle larghe intese, se un partito alleato decide di fare decadere dalla carica di senatore il leader alleato. Se sarà decadenza, quindi, il governo Letta cade in automatico. Ed è lo stesso Berlusconi a dirsi rammaricato per quei moderati che dividono. Il riferimento esplicito è ad Angelino Alfano, anche se durante tutta la giornata di ieri si erano rincorse voci su una possibile mediazione tra i due, che potrebbe consistere nel convocare il Consiglio Nazionale, ma solo per presentare Forza Italia e non per approvare alcun documento sul governo. Ipotesi, però, che in serata trovano una smentita nelle parole dello stesso Berlusconi.
Lo scontro nella maggioranza continua e ieri si è palesato anche nella commissione Affari istituzionali del Senato, che ha bocciato con 11 voti contrari, 10 favorevoli e 5 astenuti (M5S e Autonomie) un ordine del giorno presentato dal PD, che puntava a riformare la legge elettorale attuale, il Porcellum, introducendo il doppio turno.
Il capogruppo piddino al Senato, Luigi Zanda, non dispera e ritiene che ci siano margini per approvare qualcosa di simile in Aula, ma dentro al PD sono riesplose le risse, con il renziano Roberto Giachetti, vice-presidente della Camera, che accusa la collega senatrice di partito, Anna Finocchiaro, di avere fatto iniziare l’esame della legge elettorale al Senato per farla bocciare, sapendo che in quell’Aula non esiste una maggioranza favorevole al doppio turno. Un colpo a Matteo Renzi, che proprio ieri aveva promesso che si farà carico a breve di presentare la sua riforma sul tema.
