Nonostante il PD non abbia chiesto a livello ufficiale (ancora) le dimissioni del ministro Cancellieri, i tre più importanti big per la corsa alla segreteria si sono espressi in tal senso. Il più netto è stato Pippo Civati, che ha annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia contro il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri. Una posizione, che ha riscontrato il sostegno di Laura Puppato, che si è detta totalmente d’accordo. Ma anche Matteo Renzi ha chiesto che il ministro si dimetta prima del voto di sfiducia, che sarà dopo domani, definendo inaccettabile l’intreccio tra affari e questioni politiche, emerso dalle telefonate della Cancellieri sul caso Ligresti. Sulla stessa linea anche Gianni Cuperlo, mentre il segretario del PD, Guglielmo Epifani, ad oggi non ha preso posizione, imbarazzato dalla prospettiva di creare fibrillazioni nel governo.
E dall’interno dell’esecutivo, anche il sottosegretario all’Economia, Stefano Fassina, se da un lato si è scagliato contro il modo in cui Civati ha annunciato la sua mozione di sfiducia contro la Cancellieri (“non è che in un partito uno si sveglia una mattina e presenta una mozione contro un ministro”), dall’altro ha anche confermato che il rapporto di fiducia con il ministro si è rotto.
Unica voce a difendere il Guardasigilli è quella di Angelino Alfano, che freschissimo di scissione, ora teme di essere travolto da una crisi di governo, che lo farebbe rimanere con un pugno di mosche in mano. “Credo che la Cancellieri non debba dimettersi”, queste le sue parole. Silenzio anche dal premier Enrico Letta, la cui posizione ufficiale rimane di difesa del ministro, ma che dietro alle quinte potrebbe chiedere a quest’ultimo di fare un passo indietro per non creare una più grave crisi di governo, che peraltro gode già di suo di pessima salute.