Addio Trise, arriva la IUC anche se la sostanza non cambia perché sempre di nuova tassa sulla casa si tratta anche se nella proposta del governo almeno viene esclusa dal pagamento dell’imposta la prima casa.
IUC sta per Imposta unica comunale e come quella che l’aveva per breve tempo preceduta anche se non è mai entrata in vigore è composta da due parti, ossia una che copre i servizi indivisibili e l’altra dedicata ai rifiuti. Non cambia sostanzialmente nulla anche se alla voce ‘componente servizi’ sono previste di nuovo quelle detrazioni che avranno ai fini contributivi gli stessi effetti delle vecchie detrazioni Imu. In realtà però almeno per ora non esiste copertura per la detrazione base di 200 euro più 50 per ciascun figlio a carico.
In pratica la vecchia tassa pesava in media sulle prime case 225 euro mentre con la Tasi e l’aliquota minima dell’uno per mille il pagamento in media sarebbe stato di 79 euro, che diventavano 198 con l’aliquota al 2,5 per mille. Rimarranno quindi 500 milioni che finiranno in un fondo riservato ai comuni, ma comunque vincolato all’introduzione delle detrazioni sulla prima casa. Come calcola la Uil significa non più di 25 euro di detrazione per ogni famiglia.
Ovviamente toccherà ancora una volta ai singoli comuni decidere come applicare lo sgravio, puntando solo sulle famiglie numerose, oppure chi abiti in case più modeste e dalla rendita catastale bassa. In media l’importo della IUC scenderà a 54 euro rispetto ai 79 della Tasi se l’aliquota resterà al minino dell’uno per mille e si ridurrà a 173 euro (contro i 198 della Tasi) nel caso più probabile che i comuni decidano di innalzare l’aliquota al livello massimo del 2,5 per mille.