Il terzo Vaffa-Day del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo non ha deluso le attese. Ieri, l’ex comico ha lanciato invettive contro Giorgio Napolitano, che avrebbe travalicato i limiti della Costituzione, annunciando che l’M5S chiederà la messa in stato di accusa del capo dello stato, aprendo ufficialmente la cosiddetta procedura di “impeachment”. Da Piazza della Vittoria a Genova, la città di Grillo, sono stati anche presentati i punti su cui il Movimento 5 Stelle aprirà di fatto la campagna elettorale per le elezioni europee e per le possibili elezioni politiche anticipate, il più importante dei quali riguarda l’euro. Perché Grillo ha ufficializzato la posizione sua e dei suoi parlamentari, annunciando che chiederà che si tenga un referendum sulla permanenza dell’Italia nell’Eurozona.
E attacchi anche all’indirizzo di tutti i partiti politici, accusati di non mollare i finanziamenti pubblici, mentre l’M5S ha già destinato le risorse risparmiate non accettando tali fondi per il credito alle piccole imprese.
Grillo ha fatto anche l’elenco di tutte le aziende italiane assorbite da capitali stranieri e ha denunciato la mancanza di sostegno al nostro sistema produttivo e al lavoro.
Le parole d’ordine del Vaffa-Day di ieri sono un evidente spostamento a destra del programma grillino, nel tentativo di attirare gli elettori delusi dall’ex PDL. Ciò porterà all’inevitabile campagna dai toni poco diplomatici verso l’euro e Bruxelles anche del centro-destra, mentre a restare schiacciato dall’onda mediatica anti-euro potrebbe essere il PD del probabile Matteo Renzi, unico partito nei fatti costretto a difendere l’esperienza del governo Letta e che si è legato a una prospettiva di difesa ad oltranza della moneta unica e dell’Europa.