Non ci si poteva aspettare un Matteo Renzi più duro alla segreteria del Partito Democratico. Ieri sera, il segretario ha attaccato il governo Letta con toni più duri delle attese. Renzi ha definito il tempo trascorso finora da quando Enrico Letta è arrivato a Palazzo Chigi “dieci mesi di fallimenti”, “tempo perso”, chiarendo di non essere interessato ad alcun mini-rimpasto e, anzi, rimproverando a quanti lo chiedono di non capire che non si tratta di sostituire due ministri, bensì di costruire un sistema che duri per i prossimi venti anni.
Le critiche di Renzi non sono state accolte con piacere dal premier. Commentando le affermazioni del sindaco di Firenze, Enrico Letta ha ribattuto di non condividere le critiche, perché bisognerebbe considerare che l’esecutivo esce da uno dei periodi più turbolenti della vita politica italiana degli ultimi tempi.
Ma adesso, Renzi guarda alla legge elettorale, con l’obiettivo di chiudere al più presto un accordo con il Cavaliere e di potere così contare su una riforma del voto, che gli consenta di andare alle elezioni anticipate quando lo riterrà opportuno. Non a caso, ha replicato alle critiche sul suo incontro di domani con Silvio Berlusconi, affermando che intende incontrare tutti e ovunque.
E dalla direzione del PD, il segretario ripete di essere l’unico a non avere posto un termine al governo Letta, ma di ritenere che esso arriverà a termine, nel momento in cui non attuerà le riforme.
Insomma, Renzi ha fatto capire di non essere disposto a farsi cuocere a fuoco lento da un governo “al minimo di impopolarità”, come egli stesso ha sottolineato, aggiungendo di non essere felice per questo, ma anzi terrorizzato.
O si fanno le riforme, ha concluso il segretario democratico, o “saremo spazzati via tutti”.