Matteo Renzi dovrà fare i conti oggi con un vero e proprio processo interno al Partito Democratico, dopo l’accordo con Silvio Berlusconi per riformare la legge elettorale. Tutta l’ala sinistra del partito è in subbuglio, perché teme il grave danno d’immagine rimediato con l’ingresso del Cavaliere nella sede di via del Nazareno, che ha sancito la fine delle ostilità tra l’ex premier e i nuovi vertici del PD. Anche perché l’accordo trovato tra Renzi e Berlusconi viene considerato a sinistra un regalo a quest’ultimo, un cedimento troppo forte all’avversario.
Se l’ex vice-ministro Stefano Fassina ha affermato di essersi vergognato quando Berlusconi è entrato nella sede del PD, Gianni Cuperlo minaccia battaglia in direzione e Nichi Vendola, leader di Sel, invita Renzi a non farsi ammaliare dal Cavaliere, perché il suo sarebbe “l’abbraccio della morte”.
L’accordo prevede l’adozione del cosiddetto “modello spagnolo”, ossia una legge elettorale proporzionale con sbarramento al 4-5% su base nazionale per i partiti coalizzati e dell’8% per quelli non coalizzati. In più, alla coalizione che prende più voti e che risulta avere ottenuto almeno il 35% sarebbe assegnato un premio di maggioranza del 15-20%. Il Senato non sarebbe più eletto direttamente dai cittadini, ma si trasformerebbe in una Camera degli Enti locali, ponendo fine al bicameralismo perfetto.
L’intesa Berlusconi-Renzi rischia di far cadere il governo Letta, dopo che il segretario del Nuovo Centro Destra, Angelino Alfano, ha fatto intendere chiaramente di essere indisponibile a trattare su questo modello, che rischia di fare scomparire il suo partito dal Parlamento. L’unico chiaro vincitore, al momento, è il Cavaliere, resuscitato politicamente per l’ennesima volta e che sta mettendo gli avversari in serissime difficoltà.