La questione tasse in Italia è da sempre motivo di scontri, e non potrebbe essere altrimenti dal momento che il nostro Paese vanta una delle più alte pressioni fiscali di tutta Europa. L’unico fenomeno che probabilmente non è causato direttamente da questo inglorioso record, ma dipende esclusivamente dalla malafede, è quello legato agli evasori totali di cui solo nel 2013 la guardia di finanza ne ha individuati 8mila in tutta Italia.
Sebbene l’evasione fiscale corrisponda in ogni caso a un non rispetto della legge, è comunque necessario compiere una distinzione tra gli evasori totali e chi, per evidenti difficoltà economiche, cerca di auto-ammorbidirsi il carico fiscale. Aumentano giorno per giorno di numero quei commercianti che vanno a esporre nelle proprie vetrine lo slogano “Io non pago”, riferito via via alla nuova tassa del momento. Sono sopratutto i piccoli imprenditori che denunciano conti in rosso a causa della eccessiva pressione fiscale; non stupisce allora il dato fornito dalle fiamme gialle: nell’anno passato è stato battuto uno scontrino irregolare ogni tre.
Da alcuni anni la lotta all’evasione fiscale è uno degli impegni più sentiti dai governi che si succedono al potere; nel solo 2013 sono stati individuati 12mila responsabili di reati fiscali, a cui si aggiungono i già citati 8mila evasori totali. Il frutto di tutte le denunce sono 4,6 miliardi di euro recuperati dalle casse dello stato; ma in che modo hanno truffato gli evasori totali? La pratica più diffusa è la mancata o volutamente errata dichiarazione dei redditi; si passa poi al mancato versamento dell’Iva, e alla distruzione o all’occultamento della contabilità. In troppi ancora oggi tentano di trasferire illecitamente i capitali all’estero: nel 2013 la guardia di finanza ha intercettato quasi 300milioni di euro.