Il segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, ha ricevuto da poche ore l’incarico con riserva di formare il nuovo governo da parte del presidente Giorgio Napolitano. Di fatto, da adesso il presidente del consiglio incaricato dovrà procedere ad avviare le consultazioni con i partiti politici presenti nelle Camere. Ad attenderlo saranno diversi nodi da sciogliere e che si preannunciano non facili. In particolare, le maggiori frizioni arrivano dal Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano, il quale non solo rivendica un ruolo di pari dignità con gli alleati nella compagine del nuovo esecutivo, ma sembra indisponibile ad accettare parti del programma ventilate in questi giorni, come sullo ius soli, le unioni civili, etc.
Nel concreto, Alfano teme di perdere quel potere di veto che aveva dentro il governo Letta, dato che i suoi 30 senatori sono decisivi per tenere in piedi la maggioranza.
Pressato da destra, Alfano ha paura di un’imboscata di Silvio Berlusconi, che potrebbe far sostenere il governo Renzi da un gruppo di deputati forzisti, in modo da privare NCD del potere di veto e di ricatto sulle riforme.
Da valutare per Renzi ci sarà anche l’atteggiamento in Aula dei civatiani, cioè di quanti sono vicini a Pippo Civati, il quale ha dichiarato che non intende votare la fiducia al governo del suo segretario di partito. Sebbene il caso sembra che possa rientrare, esso è il sintomo delle difficoltà che il sindaco di Firenze dovrà incontrare lungo il suo cammino, stretto tra la necessità di non scontentare troppo l’elettorato più di sinistra e quella di non creare malintesi con l’alleato indispensabile del Nuovo Centro Destra.