Dallo scandalo che scosse il Belpaese dieci anni fa pare non essere cambiato proprio niente, e ancora oggi s’innalza la protesta delle associazioni contro lo strano prezzo del latte in polvere in Italia. In confronto anche solo agli altri Paesi dell’Unione Europea la situazione italiana ha dell’incredibile, se nel 2004 i nostri prezzi superavano del 400% quelli stranieri, la situazione odierna pare essere addirittura più grave, con il latte per bambini con problemi di fegato che costa 117 euro nei nostri negozi e solo 12 euro in Germania e 17 in Inghilterra. Il sospetto è che le multinazionali del latte in polvere abbiano fatto cartello, ma la realtà è soltanto una: occorre un urgente intervento dell’Ue.
A suo tempo, l’Antitrust era già intervenuto in Italia, sanzionando l’atteggiamento illegale delle multinazionali, che dal canto l’oro non sembrano aver cambiato modo di agire. Così siamo punto e a capo, e pare che quelle aziende, come nel passato, abbiano di nuovo costruito “un’intesa che ha avuto a oggetto ed effetto una significativa e consistente alterazione della concorrenza, consistente in un coordinamento delle loro politiche commerciali, e determinando il mantenimento di prezzi assai più elevati rispetto agli altri mercati europei, in violazione dell’articolo 81 del Trattato Ue.”
Lo scandalo ha nuovamente assunto proporzioni tali da essere impossibile da ignorare, così il Governo italiano ha dovuto prendere la situazione in mano. Il Ministro della Salute Lorenzin è intervenuto con determinazione: “È una situazione ingiustificabile. Non vorrei fare l’off-label del latte in polvere, mi piacerebbe che questa cosa si risolvesse nel suo sito che è quello del controllo della garanzia della libera concorrenza del mercato e che non ci siano azioni di cartello su una delle tematiche che stanno più a cuore alle donne italiane.”