Il Festival dell’Energia ha provato a disegnare il futuro della mobilità, dove in un talk show moderato Sabato scorso da Stefano da Empoli, presidente dell’istituto di ricerca I-Com, se ne è parlato con Angelo Moreno, ricercatore dell’ENEA, Francesco Miglietta, dell’Istituto di Biometeorologia del CNR e Andrea Masullo del Comitato Scientifico del WWF.
Angelo Moreno è partito da una semplice considerazione: le fonti fossili si esauriranno prima o poi.
Si tratta di un dato di fatto che impone di “inventare” un nuovo combustibile.
Per 10, 20, forse 30 anni ancora potremo disporre di combustibili fossili: c’è bisogno quindi di alternative. L’idrogeno, una delle possibilità concrete, va prodotto in maniera pulita ed economica e che ne permetta agevolmente la sua distribuzione.
La tecnologia sta facendo passi avanti importanti in questo senso.
Il ricercatore dell’ENEA si è soffermato sulle possibilità future di impiego dell’idrogeno nel sistema dei trasporti pubblici.
Oggi nel mondo sono attivi 200 distributori di idrogeno. Di questi solo 2 si trovano Italia, e di fatto sono solo dimostrativi.
“In California esistono già autobus di linea che funzionano a idrogeno e hanno una loro rete distributiva lungo il percorso.
Oggi saremmo in grado di usare anche miscele con un 10% di idrogeno, senza dover cambiare i motori attuali, e producendo meno CO2.”
ha affermato il ricercatore dell’ENEA.
“C’è quindi bisogno di una scelta politica forte perché l’innovazione va avanti.
L’UE sostiene che l’economia dovrà essere orientata verso l’idrogeno, ma la politica dell’Europa, come quella di altri Paesi in questo senso, è molto chiara e continuativa. La politica dell’Italia, invece, procede a singhiozzo: i finanziamenti vanno e vengono e non c’è chiarezza sugli obiettivi strategici”.
Francesco Miglietta, del CNR, ha analizzato lo scenario offerto oggi dai biocombustibili, sottolineandone le grandi prospettive di sviluppo.
“L’efficienza dei biocombustibili, delle biomasse è oggi molto bassa.
Proprio su questo aspetto sta lavorando la ricerca, sulla quale ci sono investimenti importantissimi, in particolare negli USA.
L’obiettivo è di avere dei biocombustibili che abbiano un’efficienza almeno del 6%: ci arriveremo con quelli di seconda generazione che utilizzano l’intera pianta e non solo i semi”.
Miglietta ha poi incuriosito la folta platea presente al talk show soffermandosi sulle possibilità che oggi emergono dalla ricerca nella biologia sintetica, che è in grado di creare organismi che servono agli scopi individuati (in questo caso produrre biocarburanti) e che sta indirizzandosi verso la creazione di OGM utilizzabili come carburanti in grado di rendere con un’efficienza addirittura pari al 20-30% e che permetteranno la cattura contemporanea della CO2.
Andrea Masullo del WWF ha parlato della necessità di valorizzare il concetto di filiera corta nell’utilizzo delle biomasse.
“Secondo i nostri calcoli e valutando la disponibilità di giacimenti oggi conosciuti e sfruttabili con le tecnologie attuali – ha detto – i nostri giacimenti di risorse combustibili finiranno nel 2048.
Il biocarburante – a giudizio di Masullo – va bene soltanto in un’economia che resta locale, che usa le biomasse prodotte localmente”.
Ha infatti aggiunto che
“è necessario un cambiamento di visione, si deve ragionare in termini locali, dal momento che ogni regione ha la sua specificità, le sue caratteristiche, le sue esigenze, le sue tecnologie, il suo mix adeguato.
Nell’utilizzo delle biomasse la filiera deve essere corta, locale: se per alimentare la centrale a biomasse devo importare la materia prima da un altro continente, e quindi farla trasportare, mi domando se il gioco possa valere la candela”.
Fonte: 100ambiente.it