Dopo che la Corte di Cassazione già si era pronunciata in tal senso, ora anche la Corte Costituzionale ha definitivamente stabilito che la Tarsu e la Tia sono dei tributi, e pertanto non sono soggetti a IVA.
Adoc ritiene di importanza storica questa sentenza che conferma quanto sostenuto dall’Associazione da molto tempo: la tassa sui rifiuti è una tassa e non può quindi essere calcolata su di essa l’IVA del 10%.
15 milioni di famiglie dovranno ora fare ricorso per ottenere il rimborso del 10% dell’Iva non dovuta e versata negli ultimi dieci anni.
Adoc auspica che si provveda al rimborso automatico, scalando gli importi dalle prossime bollette. Qualora non sia così, l’Adoc da settembre sarà pronta ad assistere, anche legalmente, chi intende fare richiesta di rimborso dell’IVA pagata in più.
Sarà in media di circa 350 euro l’importo da rimborsare a famiglia per gli ultimi 10 anni. Un costo per lo stato di circa 5 miliardi e 250 milioni di euro complessivamente.
IMPORTANTE: è necessaria per ottenere il rimborso la prova del pagamento negli ultimi dieci anni della Tarsu o della Tia sulla quale è stata calcolata la voce Iva al 10% , con tali ricevute di pagamento è possibile richiederne il rimborso. Inizialmente è sufficiente, anche con l’aiuto di un legale dell’Adoc o di propria fiducia, diffidare l’amministrazione comunale a fare tale adempimento.
Fonte: Adoc.org
Non è necessario l’intervento di un legale né quello di una delle associazioni consumatori che qualche volta piantano grane infondate.
Il ricorso è ammissibile, ovviamente, solo nel caso che il Comune abbia applicato indebitamente l’iva.
Il difensore civico del Comune di Napoli, per esempio, ha dichiarato che in città non viene applicata l’iva sulla tarsu.
In compenso ci sono “Quelli che pagano ancora per le paludi… ed altro”
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Antonio Pisanti