E’ opportuno investire nel mercato obbligazionario Corporate (quello cioè delle emissioni di società private)? Valutiamo le prospettive ed il corretto approccio per operare in questo settore nei prossimi 12 mesi.
Va innanzitutto sottolineato che, rispetto a qualche mese fa, le condizioni generali sono nettamente migliorate, consentendo quindi agli investitori un approccio più “rilassato” a questa tipologia di emissioni. Dall’altro lato però, i rendimenti ottenibili sono adesso in media enormemente più bassi. Anche analizzando la situazione da un punto di vista relativo, le condizioni di investimento sono sostanzialmente cambiate; fino a 3-4 mesi fa infatti le aspettative implicite nei prezzi dei corporate bond erano così negative, che qualsiasi scenario diverso da un collasso generale dell’economia avrebbe consentito un recupero significativo dei prezzi. Adesso, a recupero avvenuto, le prospettive sono molto più legate al ciclo economico “classico”. Se ci sarà una ripresa paragonabile a quelle avutesi dopo tutte le recessioni del dopoguerra, l’investimento in corporate bond continuerà a dare risultati positivi (anche se non paragonabili a quelli degli ultimi mesi). Se invece l’ottimismo di queste settimane dovesse rivelarsi eccessivo, il mercato potrebbe confrontarsi con un tasso di insolvenza molto elevato e quindi, probabilmente, i livelli attuali di rendimento potrebbero rivelarsi troppo bassi (e quindi i prezzi troppo alti).
In ogni caso comunque le aspettative di rendimento degli investitori vanno drasticamente abbassate, tornando su livelli più “normali” e cercando di non farsi influenzare dall’andamento del recente passato. E’ abbastanza evidente infatti che pressoché tutte le obbligazioni corporate (a parte pochissimi emittenti di standing molto elevato) vengono da prezzi in molti casi di decine di punti più bassi. Acquistare oggi un titolo al prezzo di 90, quando trattava magari a 60 pochi mesi fa, è assai poco allettante, ma potrebbe comunque rivelarsi un buon investimento, soprattutto se lo scenario della graduale ripresa “senza scosse” sarà quello che ci aspetta nel prossimo futuro.
Andando quindi a “segmentare” il mercato obbligazionario corporate, vediamo quali sono le aree dove si potrebbero trovare gli investimenti potenzialmente più interessanti. A livello generale, le obbligazioni “investment grade” (cioè con rating superiore o uguale Baa3/BBB+) nel loro complesso sono tornate su livelli di rendimento abbastanza vicini alla media degli ultimi 20 anni. Data la situazione economica (in miglioramento ma ancora incerta), i rendimenti di questo segmento delle obbligazioni non sembrano quindi più offrire un rapporto rischio/rendimento particolarmente interessante. Unica eccezione, all’interno delle obbligazioni “investment grade”, è il settore bancario, i cui titoli offrono ancora in media rendimenti abbastanza elevati (soprattutto grazie alle emissioni subordinate).
Diversa invece la situazione per il segmento delle obbligazioni “speculative grade” (cioè con rating inferiore a Baa3/BBB+). A livello complessivo infatti i rendimenti di questo segmento, seppure molto inferiori rispetto a qualche mese fa, sono ancora su livelli che rappresentano i massimi raggiunti durante le precedenti fasi di recessione. Ovviamente, fermo restando che questa categoria di obbligazioni è assai rischiosa e in generale poco adatta agli investitori privati (soprattutto se si decide di acquistare singole obbligazioni); in uno scenario di ripresa graduale, questo segmento dovrebbe consentire ritorni molto interessanti. Sottolineiamo però che è opportuno investire una percentuale limitata del proprio portafoglio (massimo 10%), possibilmente attraverso Fondi specializzati e non direttamente in titoli obbligazionari.
Infine, relativamente alla allocazione relativa a varie zone geografiche, segnaliamo il fatto che mentre i listini azionari asiatici hanno in media recuperato più di quelli europei e statunitensi, per quanto riguarda i corporate bond si è verificata la situazione opposta, con le obbligazioni europee e statunitensi in recupero maggiore rispetto a quelle asiatiche (ovviamente a parità di rating).
In conclusione, la nuova fase dei mercati finanziari che sembra essersi aperta dopo l’estate, va affrontata in modo molto diverso da parte degli investitori rispetto agli ultimi 12 mesi. Vanno innanzitutto abbassate le aspettative di rendimento, adottando un atteggiamento selettivo sia sui singoli titoli, sia sui vari segmenti di mercato. Va poi tenuto presente che, qualora lo scenario economico torni a peggiorare, i corporate bond potranno subire perdite di valore anche significative a prescindere dalla scelta (anche molto oculata) di settore o di emittente effettuata. Inoltre, in uno scenario negativo, le emissioni con rating basso si comporterebbero in media comunque peggio rispetto a quelle con rating medio alto.
Fatte queste doverose precisazioni, in termini relativi:
– il settore finanziario/bancario sembra quello con maggiore potenziale di rivalutazione (soprattutto sulle emissioni “investment grade”);
– le obbligazioni con rating basso sono più convenienti rispetto a quelle con rating medio alto;
– a parità di rating, le obbligazioni asiatiche e più in generale quelle di paesi emergenti, sono più a buon mercato rispetto a quelle europee e statunitensi.
Fonte: Repubblica.it