Inizia il count down per la regolarizzazione delle badanti. Per evitare controlli e onerose sanzioni (fino a 40mila euro per un anno di lavoro in nero) basterà completare la procedura prevista dal Dl Sicurezza entro mercoledì 30 settembre.
La procedura
Costa 500 euro mettere in regola le colf o le badanti irregolari.
Ogni nucleo familiare può regolarizzare al massimo 3 lavoratori extra Ue: una colf per il lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare e 2 badanti per le attività di assistenza e accadimento a persone affette da patologie o handicap che ne limitano l’autosufficienza.
La richiesta si invia dal 1° al 30 settembre 2009 all’Inps per il lavoratore italiano e per il cittadino Ue o allo sportello unico per l’immigrazione per il lavoratore extracomunitario. Un importo – si precisa – che non è deducibile ai fini dell’imposta sul reddito e che va debitamente accluso all’istanza. La dichiarazione da presentare, con modalità informatiche, allo sportello unico per l’immigrazione per i lavoratori extra Ue deve contenere i dati identificativi del datore di lavoro, compresi quelli relativi al titolo di soggiorno, se il datore di lavoro è extracomunitario.
Oltre a questo si devono indicare le generalità e la nazionalità del lavoratore extracomunitario occupato al quale si riferisce la comunicazione dichiarativa, gli estremi del passaporto o di un altro documento equipollente valido per l’espatrio. Per l’assunzione delle colf (ma non per le bandanti) occorre, poi, evidenziare tipologia e modalità di impiego, oltre all’attestazione da parte del datore di lavoro del possesso di un reddito imponibile non inferiore a 20mila euro annui in caso di nucleo familiare con un solo percettore di reddito o di almeno 25mila euro nel caso in cui la famiglia sia formata da più soggetti conviventi percettori di reddito.
Sanzioni
La mancata regolarizzazione dei collaboratori domestici può comportare sanzioni tra i 5 e i 10mila euro, e l’espulsione degli immigrati che entrano e che soggiornano irregolarmente nel nostro paese. Rischia anche il datore di lavoro per cui sono previsti periodi di reclusione da 6 mesi a 3 anni.
Oltre alle sanzioni di carattere penale derivanti dal mancato rispetto delle norme in materia di immigrazione, che possono scaturire a seguito dell’impiego di lavoratori extracomunitari irregolari, l’impiego di lavoratori “in nero” fa scattare di per sé, al di là della nazionalità, anche pesantissime sanzioni amministrative.
In particolare, la normativa sul lavoro e più precisamente la legge n. 248/2006 di conversione del dl 223/2006 – “decreto Bersani” prevede la cosiddetta maxi-sanzione per il lavoro sommerso: secondo questa disposizione, l’utilizzo di lavoratori non risultanti dalle scritture o altra documentazione obbligatoria è punito con una sanzione amministrativa da 1.500 a 12mila euro, maggiorata di 150 euro per ciascuna giornata di lavoro effettivo irregolare accertata.
Le conseguenze per chi ha un rapporto di lavoro irregolare e non approfitta della sanatoria possono essere disastrose nel caso di controlli. Pensiamo alla visita da parte degli organi di vigilanza, magari a seguito di denuncia del lavoratore alla Direzione provinciale del lavoro: per un anno di lavoro, conteggiando, per esempio, cinque giorni lavorati alla settimana, l’ammontare della maxi-sanzione arriverebbe a 42mila euro (150 euro x 260 giorni = 39mila + 3mila euro).
Fonte: Soldiblog.it