Dall’ufficiale entrata in vigore dell’euro il 1 Gennaio 2002, si è verificato un progressivo indebolimento economico delle famiglie italiane che hanno subito una decurtazione economica finanziaria pari a 9.000€ in sette anni.
Questo è il bilancio emerso dalle ricerche condotte da Adusbef e Federconsumatori, che hanno condotto un monitoraggio volto a verificare i rincari applicati a circa 99 prodotti scelti tra beni e servizi d largo consumo.
Il periodo compreso nello studio va dal 2010, anno in cui era ancora in vigore la “Vecchia Cara Lira“, fino al 2009 anno in cui si è registrata, inoltre, una crisi economica senza pari.
Si è notato che per ben 87 merci presenti nell’elenco, si è registrato un aumento superiore ai dati relativi all’inflazione media cumulata.
Prodotti semplici quali il gelato, ad esempio, hanno subito un rincaro pari addirittura al 290%, le classiche ed economiche penne a sfera sono passate dalle vecchie 500 lire agli 80 centesimi di euro odierni, riscontrando un aumento del 207%, cibi, pizze, panini e tramezzini non sono da meno subendo un incremento che oscilla dal 155 al 162%.
A quanto pare, tutti i settori della vita sono stati colpiti indiscriminatamente tranne omogeneizzati e burro, che hanno mantenuto un decorso piuttosto stabile , al di fuori di questi, una lunga lista di aumenti e rincari che lascia piuttosto sgomenti.
Teatro, cibi, servizi di lavanderia, caffè, pasta, patate, riso gioco del lotto, tutti campi fondamentali per la vita dei cittadini su cui gravano cattive scelte di mercato a cui le società non era ancora pronta.