Da Mosca a Bolzano, da Madrid a Santiago del Cile l’Enel di Fulvio Conti è ormai un gigante internazionale con posizioni di leadership in Italia, Spagna, Russia, Cile e in Slovacchia. Un gigante che è anche fortemente attivo nelle strategie di differenziazione del mix energetico italiane promosse dal Governo (anche a causa della nostra eccessiva esposizione alla volatilità dei mercati del greggio e del gas). L’ultimo accordo del gruppo, dopo le campagne d’Oltralpe, riguarda però Bolzano e la nuova socia Sel (Società Elettrica Altotesina) con cui è stato ratificato un accordo progettato un anno fa. In pratica il colosso italiano dell’energia entra con una quota di minoranza (il 40%) in una nuova società che gestirà l’idroelettrico della Provincia di Bolzano. In gioco ci sono 616 MW da 12 concessioni di grande derivazione idroelettrica e 17 MW da 8 concessioni di piccola derivazione. Si tratta di piccoli passi, se si confrontano ai 26 mila MW di produzione di energia idroelettrica in Italia della sola Enel, ma anche di una mossa strategica viste le potenzialità del comparto e la sua crescente importanza nel contesto delle norme internazionali sul rispetto dell’ambiente e l’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica.
La nuova società nasce infatti con l’obiettivo di creare nuovi impianti e sviluppare ulteriormente la produzione. In circa 340 milioni di euro è stato individuato il valore degli asset ceduti da Enel alla newco in cambio delle proprie quote azionarie nella nuova società. La Provincia di Bolzano, che controlla il 94% del capitale di Sel, è stata comunque brava a mantenere il controllo della newco con una quota del 60 per cento.
L’attenzione di Enel al mercato italiano pare maggiore negli ultimi giorni, come dimostra anche la decisione di puntare 100 milioni di euro sul miglioramento dei servizi offerti dalla rete elettrica alle piccole e medie imprese. Si tratta di un investimento aggiuntivo rispetto al piano da 1 miliardo di euro già annunciato da Enel Distribuzione e, per il 60%, già assegnato.
Un miglioramento del servizio non può che essere auspicabile. Di certo però i piani di Enel nel medio periodo guardano anche a un ampliamento delle attività di business un po’ in tutti i rami. Il nucleare, vecchio pallino di Fulvio Conti, sembra un’intenzione seria della società vista la costituzione lo scorso 31 luglio di una società con 6 milioni di patrimonio (fra capitale sociale e riserva di sovrapprezzo) denominata a Sviluppo Nucleare Italia Srl e divisa con Enel Spa. Il suo obiettivo sono gli studi di fattibilità di 4 centrali nucleari Epr il cui costo potrebbe essere di circa 4 miliardi di euro l’una.
Nel frattempo ingenti risorse sono puntate anche su altri progetti che hanno a che fare con fonti rinnovabili di energia quali la geotermia e il solare termodinamico. Al riguardo è da ricordare che nessuna novità è pervenuta sul piano di cessione delle quote di minoranza di Enel GreenPower, nonostante la conferma di diverse offerte. Sarebbe poi di 430 milioni di euro il piano di risparmi di costo che concorre con le altre operazioni al rientro del debito di Enel che, allo scorso giugno, ammontava a 55,7 miliardi di euro a fronte di un patrimonio netto di 40,8 miliardi di euro. Dopo la pubblicazione di questi dati è però da ricordare che è stato annunciata la distribuzione di un acconto sul dividendo da 0,10 euro per un impatto di circa 940 milioni di euro complessivi sui conti.
Fonte: Finanzablog.it