Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico, ha dichiarato nel corso dell’assemblea dell’Unione petrolifera che l’Italia necessita di “un significativo contributo dalle produzioni nazionali di idrocarburi già a partire da quest’anno”.
Il ministro ha specificato che in Basilicata la produzione crescerà di oltre 90mila barili al giorno e ha anche puntualizzato che nell’offshore l’Italia “vanta un primato mondiale in termini di sicurezza” e “c’è la possibilità di incrementare le nostre produzioni di gas, oggi di 7 miliardi di metri cubi l’anno, di ulteriori 3 miliardi”. L’impennata della produzione in Basilicata, dove “stiamo facendo dei buchi per terra”, mira a conseguire “il 7% del consumo nazionale”.
E, a proposito di off-shore, Romani ha sottolineato che “mentre sul Mar Ionio probabilmente riusciremo a trovare una soluzione, a est delle Isole Tremiti ci sono dei meccanismi locali per cui sarà complicatissimo”. Il ministro dello Sviluppo economico si è quindi domandato “se queste persone si rendono conto di cosa significa: senza energia si torna al Medioevo” e ha inoltre rimarcato che “si stanno aprendo interessanti prospettive nello sfruttamento dello shale gas“, con le società italiane che “potranno giocare un ruolo importante all’estero, ad esempio in Polonia e in Algeria”.
“Prevediamo” – ha proseguito Paolo Romani – “di individuare in concreto le infrastrutture e gli insediamenti strategici nel settore petrolifero, attribuendo al ministero dello Sviluppo Economico le competenze autorizzative”. Infine il ministro ha voluto precisare che è indispensabile costituire l’Organismo centrale di stoccaggio italiano, che “dovrebbe operare come struttura di servizio senza scopo di lucro, finalizzato all’acquisto, detenzione e vendita di scorte petrolifere nel territorio italiano, con un ruolo esclusivo per l’acquisizione, il mantenimento e la vendita delle scorte specifiche”.