Non è la prima volta che trattiamo questo argomento, e purtroppo non sarà nemmeno l’ultima, perché nonostante polemiche, proteste ed incontri da parte dei vertici, il problema continua, rimane e persiste, tutto questo a danno dei consumatori -ovviamente-.
Parliamo del “Caro Benzina” e degli aumenti sempre più massicci che stanno investendo il settore senza alcun apparente motivo.
Secondo le ultime rilevazioni, infatti, la benzina verde è arrivata addirittura a sfiorare quota 1.5 euro al litro, un prezzo assolutamente poco ragionevole, tanto che Federconsumatori in collaborazione con le altre associazioni a tutela dei consumatori, hanno deciso di lanciare un vero e proprio l’allarme!
La preoccupazione c‘è eccome, in quanto le associazioni hanno stimato che attraverso i suddetti rincari gli automobilisti andranno a spendere ben 198 euro in più all’anno.
Scomponendo tale somma emerge che, a causa di questi aumenti “ingiustificati”, ben 108 euro verranno impiegati per far fronte a costi cosiddetti diretti e 90 euro, invece, si riferiranno a costi indiretti.
Come unica soluzione possibile (paventata qualche tempo fa) c’era il ricorso alle “pompe bianche”, ovvero a tutti quei distributori low cost che non hanno alcun marchio di appartenenza, soluzione però che rischia di non essere più sufficiente, quindi mai come in questo periodo sembra una via quasi del tutta obbligata quella conduce ad un intervento Governativo massiccio e deciso.
Ma quali le possibili soluzioni?
Le strade da percorrere potrebbero -e dovrebbero- essere:
- L’apertura dei rifornimenti dentro la grande distribuzione
- Blocco periodico delle tariffe
- Istituzione di una solida Commissione Istituzionale che vigili sulla cosiddetta “doppia velocità” dei prezzi