Ci sono due ricerche importanti soprattutto in prospettiva futura che arrivano da laboratori degli Usa.
La prima interessa soprattutto il comparto agricolo, visto che i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology hanno individuato un nuovo ed efficace metodo scientifico, mediante la separazione magnetica del petrolio dalle acque, per fronteggiare il problema dell’inquinamento causato dalle continue fuoriuscite di greggio.
Consentirà di ridurre notevolmente i costi e le risorse impiegate per le operazioni di pulitura delle acque contaminate, garantendo anche il riutilizzo del petrolio recuperato. Gli esperimenti si basano sull’inserimento di nanoparticelle ferrose idro-repellenti all’interno del petrolio. Tali nanoparticelle trasformano l’olio in un liquido magnetico e una volta effettuata la trasformazione potrà essere separato dall’acqua attraverso l’impiego di specifici magneti che attireranno la miscela nell’impianto di pompaggio, dove verrà lavorata al fine del riutilizzo.
Il reportage definitivo di questa importante scoperta sarà ufficialmente presentato dal team del MIT in occasione della 13esima Conferenza Internazionale sui Fluidi Magnetici, che si terrà a New Delhi, in India, nel gennaio del 2013. Per tutti i dettagli di questa scoperta potete leggere qui
Invece un’équipe di ricerca della Vanderbilt University ha individuato un nuovo modo per aumentare la produzione di energia solare sfruttando semplicemente le potenzialità degli spinaci.
Combinando la proteina fotosintetca estratta dalla pianta con il silicio utilizzato per la costruzione dei pannelli solari si può potenziare l’efficienza delle celle solari, incrementando di 2,5 volte la produzione di energia elettrica.
Per testare questa intuizione è stato realizzato un dispositivo apposito composto dalla PS1, ricavata dagli spinaci trattati in una soluzione acquosa, e da una superficie di silicio “dopata”, ossia caricata positivamente. La reazione scatenata da questa combinazione ha dato dei risultati incoraggianti, visto che la corrente elettrica prodotta è di circa mille volte più alta rispetto a quella che si raggiunge depositando la proteina su altri tipi di metalli. E questa scoperta porterebbe entro i prossimi tre anni alla produzione di nuovi impianti fotovoltaici realizzati con materiali economici e di facile reperibilità. Chi volesse approfondire l’argomento può leggere qui