L’obiettivo in questo 2012 è avvicinarsi sempre di più a quelli che sono i livelli stabiliti negli ultimi anni dai vari protocolli internazionali, come quelli di Kyoto. Ma quanto effettivamente è stato speso nel 2011 per potenziare la ricerca e l’installazione delle energie rinnovabili?
Il settore Energia e Finanza della Bloomberg ha calcolato in almeno 260 miliardi di dollari gli investimenti, un aumento del 5% rispetto all’anno precedente realizzato in primis grazie all’energia solare che trafotovoltaico e termico ha registrato il 36% degli investimenti, contrariamente a quanto accade per l’energia eolica che è diminuita nel 17% a dimostrazione di come ci sia una fiducia maggiore da parte degli investitori nel solare rispetto alle altre fonti rinnovabili.
Merito anche del presidente Obama che ha deciso di puntare sulle rinnovabili e sulla ‘green economy’ favorendo così lo sviluppo del settore. In questo modo il mercato americano è riuscito a superare quello cinese nell’ambito degli investimenti del settore delle rinnovabili con i 56 miliardi di investimenti a fronte dei 47 miliardi di investimenti cinesi, mentre in Europa in testa rimane la Germania. Secondo gli specialisti del settore i numeri miglioreranno ancora in futuro grazie all’abbassamento dei costi della tecnologia e delle materie prime necessarie alla realizzazione dei vari impianti che stanno nascendo in ogni parte del mondo.
Anche l’Italia finalmente sta facendo la sua parte visto che ricava da fonti rinnovabili circa un quarto dell’energia prodotta in totale (il 25,5% che equivale a 76.964 GWh). Gran parte di questa energia proviene dal settore idrico, il quale ricopre i due terzi di tutta l’energia prodotta mentre la restante parte è prodotta da settori fortemente in espansione, sia da un punto di vista energetico che produttivo, come impianti da biomassa, eolico geotermico e fotovoltaico.
Andando nello specifico, la la Valle d’Aosta con il suo 100% ricopre l’intero fabbisogno energetico, e cifre notevoli registrano anche Trentino, Umbria e Basilicata mentre le della classe sono Sicilia, Puglia e Liguria, che si attesta con il solo 3.4% di incidenza energetica sull’energia totale prodotta.
E si segnala la Toscana che al momento è l’unica regione italiana a servirsi, per la produzione di energia pulita, di impianti di tipo geotermico. Chi volesse approfondire può leggere