Assicurazioni contro le calamità: non un obbligo ma quasi

Non sarà obbligatoria, lo ha ribadito ancora una volta il governo. Ma alla luce della riforma voluta per il riordino della Protezione Civile e soprattutto dei tragici fatti che hanno colpito domenica scorsa le popolazioni dell’Emilia Romagna intanto le principali compagnie assicurative si stanno attrezzando per proporre a nuove condizioni le polizze che coprano i danni causati dalle calamità naturali non più sostenuti dal governo.

Il sottosegretario Catricalà ha voluto smentire tutte le voci circolate nei giorni scorsi in merito alle nuove norme contenute nel decreto di riforma della protezione civile: la polizza in grado di coprire i danni sugli immobili prodotti da calamità naturali non sarà stabilita da una legge perché “sarebbe una nuova tassa che il Governo non si sente di porre e soprattutto sarebbe iniquo e discriminatorio, andando a penalizzare le famiglie che non riescono nemmeno a pagare il mutuo di casa”.

Il decreto in sostanza prevede la possibilità (qui sta la differenza) di stipulare delle assicurazioni private contro il rischio catastrofi, attualmente non considerati dalle polizze. E chi le sottoscrivesse avrebbe comunque uno sgravio fiscale. Però esaminando attentamente il testo si legge che  entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore, dovrà essere predisposto un Regolamento che definisca modalità e termini per l’attuazione del nuovo regime assicurativo, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Tra i principi base c’è l’esclusione, anche parziale, dell’intervento da parte dello stato per i danni subiti dai fabbricati. Come a dire che non è assolutamente un obbligo ma è sempre meglio cautelarsi, anche perché come sottolinea Legambiente ci sono aree a rischio almeno nell’85% dei Comuni italiani.

Ecco perché il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori chiede in una lettera aperta modifiche: “Crediamo che il Decreto del Governo sulla Protezione Civile che solleva lo Stato dal pagare i danni causati dagli eventi sismici, rinviando ad una assicurazione volontaria, sia da riformulare perché è stato approvato senza tenere conto del quadro complessivo della situazione italiana, così drammaticamente evidente, ancora una volta, dopo il terremoto in Emilia Romagna”.

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