Con l’entrata in vigore delle liberalizzazioni volute dall’ex ministro Bersani, i consumatori dalla primavera del 2007 hanno acquisito il diritto di poter recedere annualmente dai contratti di assicurazione pluriennali, ovverosia da quelli che di norma coprono il “rischio danni” come l’incendio ed il furto. Ma un disegno di Legge dell’attuale Governo in carica, come sottolinea il Centro Tutela Consumatori Utenti, ha abolito tale possibilità nonostante il parere contrario delle Associazioni dei Consumatori ma anche quello dell’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato.
Ne consegue che ora i consumatori devono nuovamente stare molto attenti ai vincoli a lungo termine cui sono costretti a sottostare per i contratti di assicurazione pluriennali.
A conti fatti, quindi, i consumatori perdono il diritto di recedere con cadenza annuale dal contratto pluriennale e sono costretti ad attendere anche fino a cinque anni prima di poter “sciogliere” la polizza; c’è da dire che la sottoscrizione del contratto pluriennale, rispetto a quello di durata annuale, permette di ottenere uno sconto sul premio, ma è altresì chiaro che nel tempo molto spesso variano le esigenze in materia di copertura dai rischi da parte dei consumatori, con la conseguenza che ci si può trovare a conti fatti con in mano un contratto di assicurazione non più rispondente alle proprie necessità.
Di conseguenza, il CTCU ha annunciato da un lato di volersi rivolgere alle Autorità europee competenti per verificare se le nuove norme sono “legittime”, mentre dall’altro invita i consumatori a stipulare per il ramo danni solo contratti di durata annuale, a meno che il contratto pluriennale non preveda uno sconto che possa indurre oggettivamente a considerare l’offerta particolarmente conveniente.
Fonte: Vostrisoldi.it