Conti, titoli e ‘scudo’: ecco i provvedimenti

Uno dei punti più caldi della prima manovra-Monti è quello sui conti correnti e sulle rendite. Com’era facilmente prevedibile c’è stato un cambio radicale di direzione rispetto a quelle che erano le linee del governo Berlusconi, in particolare quelle dettate da Giulio Tremonti.

Toccati sia i conti correnti che i prodotti finanziari, ma anche chi abbia goduto dello scudo fiscale.

Partiamo proprio da questi ultimi: si tratta di un provvedimento ‘una tantum’, anche se molti avrebbero voluto vederlo ‘una semper’. Perché sarebbe dovuto passare il principio che depositare i soldi all’estero e poi tornare a metterli in Italia solo per imposizione non è il comportamento etico da seguire. Ma tant’è, ormai l’etica non fa più parte di questo mondo e allora meglio questo provvedimento che nulla. Ecco quindi in prelievo dell’1,5% sui capitali denunciati, con i patrimoni che avevano goduto dello ‘scudo’ da parte del precedente governo.

In tutto si dovrebbe trattare di circa 100 miliardi di euro illegalmente versati in istituto bancari esteri e poi magicamente rientrati nel nostro Paese e che con il governo Berlusconi avevano generato entrate per circa cinque miliardi visto che il prelievo era stato pari al 5%. A questi, così, dovrebbe aggiungersi un altro miliardo e mezzo, sempre che nel frattempo altri non abbiano deciso di approfittare di questa finestra. Ma è solo il primo passo verso una linea che d’ora in poi, almeno finché durerà l’attuale esecutivo, non prevederà più condoni fiscali indiscriminati.

Più in generale, però, saranno toccati i conti, ma anche tutti i prodotti finanziari come titoli, fondi complementari e assicurazioni sulla vita. Non una patrimoniale vera e propria, ma poco ci manca visto che in fondo va a toccare proprio quello. Quindi arriverà un’imposta di bollo su tutti i prodotti patrimoniali, compresi (pare) i conti deposito che sono ultimamente tra le forme di risparmio più scelte dagli italiani.

Altro passaggio fondamentale, però, è quello legato alla garanzia dello Stato per la liquidità delle banche verso i clienti. La norma prevista nella manovra dice apertamente che “il ministero dell’Economia fino al 30 giugno 2012 è autorizzato a concedere la garanzia dello Stato sulle passività delle banche italiane, con scadenza da tre mesi fino a cinque anni, o a partire dal 1 gennaio 2012 a sette anni per le obbligazioni bancarie garantite”. Quindi una boccata d’ossigeno sia per gli Istituti soprattutto ora che i loro conti sono stati messi a dura prova, che per i clienti ora più certi di non perdere i loro investimenti.

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *