C’è una costante che le tasche e i portafogli degli italiani conoscono bene, quella del rincaro nella RC Auto, un male che sembra essere solo italiano.
Ora la denuncia arriva anche dall’Antitrust che ha lanciato l’ennesima reprimenda: negli ultimi due anni l’assicurazione sull’auto è salita del 25% e quella sulle moto si è innalzata con punte del 35%.
Lo ha detto a chiare lettere Antonio Catricalà, presidente dell’Autorità che garantisce la concorrenza e il mercato, in audizione al Senato: c’è una “tendenza al rialzo continuo” per i premi pagati sulle assicurazioni e quindi l’indennizzo diretto, introdotto da qualche tempo, non ha prodotto assolutamente gli effetti desiderati. Inoltre “persistono i limiti di fondo del nostro sistema, nel quale la domanda è ancora poco mobile, con solo il 10% degli assicurati che cambia compagnia annualmente e non c’è adeguata concorrenza tra le compagnie”.
Tutti fattori che contribuiscono a non far calare i prezzi, così come le frodi alle Compagnie che specialmente al Sud hanno fatto innalzare i prezzi anche del 70%. Scendendo più in dettaglio, un quarantenne residente nel Nord Italia con una vettura di media cilindrata, ha visto il premio aumentato dal 2009 di oltre il 20% mentre un sessantacinquenne nel Sud con un autovettura di cilindrata medio/piccola l’ha visto crescere del 15-20% del 15-20%. E ancora un diciottenne nelle Isole con un motorino ha fatto registrare una crescita del 30%.
Dati che stridono ancora di più se messi a confronto con quelli degli altri Paesi Ue: nell’ultimo lustro l’incremento medio dei premi per l’assicurazione dei mezzi di trasporto in Italia è stato quasi il doppio di quella registrata nella zona Euro. E il confronto è al ribasso anche per quello che riguarda i truffatori: se qui in Italia sostanzialmente le frodi accertate sono rimaste in numero uguale, in nazioni come la Francia e il Regno Unito dove si riescono ad accertare almeno il doppio o addirittura il quadruplo.
Ora l’Antitrust sta valutando se aprire un’inchiesta anche per capire se le Compagnie si adoperino veramente per ampliare la gamma degli agenti plurimandatari: nel 2007 erano il 7,8% e nel 2009 sono cresciuti soltanto fino al 17,6%, limitando così la possibilità dei clienti di avere uno spettro di scelta più ampio, soprattutto quando si parla di grandi assicurazioni. Inoltre le compagnie che operano online e su internet, essendo derivate da quelle tradizionali, “pur offrendo qualche vantaggio per gli utenti in realtà non rappresentano una forma di competizione effettiva. I dati mostrano che le compagnie telefoniche tendono a operare prevalentemente con le categorie di rischio che comprendono i soggetti che hanno meno sinistri e quelli che risiedono nelle regioni del paese caratterizzate da una minore frequenza dei sinistri”.