Carte di credito, più facile prevenire le truffe

Da oggi dovrebbe esserci un modo in più per tutti i possessori di carte di credito e bancomat per dormire sonni tranquilli. Infatti dopo il parere favorevole del Garante per la privacy, il ministero dell’Economia potrà rendere disponibili agli investigatori della polizia il sistema informatizzato che contiene tutte le notizie sulle anomalie nell’uso delle carte e sui rischi di frode, che porta la sigla di Sipaf.

Praticamente in questo archivio finiscono tutti i dati dei punti vendita ai quali sia stata revocata la convenzione per la negoziazione delle carte di pagamento causata da motivi di sicurezza o per condotte fraudolente denunciate all’autorità giudiziaria. Inoltre contiene i dati delle transazioni non riconosciute dai titolari delle carte di pagamento o denunciate all’autorità giudiziaria e quelli identificativi relativi agli sportelli automatici fraudolentemente manomessi, come le operazioni non andate a buon fine perché la carta risulta smarrita o contraffatta oppure ancora utilizzata con falsa identità.

Ora le forze di polizia avranno via libera, ovviamente solo per la prevenzione e la repressione dei reati collegati all’utilizzo di carte di credito o di altri mezzi di pagamento. La sicurezza dell’accesso è assicurata dalla certificazione delle postazioni di consultazione e dal codice identificativo personale assegnato agli operatori autorizzati. Inoltre gli accessi e le operazioni effettuate dagli operatori saranno tracciate e sarà attivato un sistema di avvertimento automatico che segnali eventuali utilizzi anomali. Inoltre ogni 60 giorni il Vicinale verificherà le abilitazioni degli utenti autorizzati ad accedere al sistema.

Sono, inoltre, previsti specifici divieti di duplicazione delle informazioni acquisite per la creazione di autonome banche dati e di utilizzo di dispositivi automatici che consentano la consultazione in forma estesa dei dati personali. E ancora, al personale dovranno essere impartite direttive relative alle responsabilità connesse all’accesso improprio alla banca dati, all’uso illegittimo delle informazioni e alla loro indebita divulgazione.

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