Se mai avessimo bisogno di ulteriori dati per comprendere lo stato della crisi in cui versa l’economia italiana, ecco quelli resi noti dalla Banca d’Italia che fotografano un Paese in crisi: il debito pubblico ha toccato il suo massimo storico raggiungendo quota1.901,9 miliardi, con un aumento di +4,4 miliardi rispetto al mese precedente.
Una cifra che tiene anche conto del contributo da 1,4 miliardi di euro versato dall’Italia per la sua parte nel sostenere l’economia del Portogallo. Ma non basta a spiegare il dato negativo, acuito da altre cifre importanti. Come quelle relative al fabbisogno che sono pari a 48,2 miliardi, ossia + 1,6 miliardi rispetto allo stesso periodo del 2010, ma comunque in diminuzione di 1,6 miliardi nei primi 6 mesi dell’anno.
Il miglioramento secondo Bankitalia sarebbe da ascrivere principalmente all’aumento delle entrate fiscali. Nei primi sei mesi del 2011 le entrate tributarie si sono infatti attestate a quota 176,479 miliardi di euro, in crescita dell’1,3% (ossia +2,3 miliardi) rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. Conferme in questo senso sono arrivate anche dal Ministero del Tesoro che ha diffuso i dati periodici dai quali risulta un netto recupero dell’evasione fiscale: 1.924
milioni di euro (ossia +316 milioni di euro, pari a +19,7%) sono arrivati dalle imposte dirette e 1.305 milioni di euro (+475 milioni di euro, pari a +57,2%) dalle imposte indirette.
Tra gli incrementi tendenziali più rilevanti c’è certamente quello legato all’Iva: un +3,3% (pari +1.632 milioni di euro) che è dovuto in particolare al prelievo sulle importazioni. In crescita decisa anche le entrate relative ai giochi e in particolare dai proventi del lotto: sul totale del + 20,1% (pari a 1.177 milioni di euro) il lotto ha una parte rilevanti con un incremento di quasi il 40% e una quota di 958 milioni di euro.
A fronte di tutto questo l’inflazione a luglio è rimasta stabile al 2,7%, lo stesso già registrato a giugno e comunque il valore più alto dal 2008. Dai dati rilevati dall’Istat pesare di più sulle tasche sono stati soprattutto gli aumenti nel settore energetico, con la benzina salita in media del 13,5% e il gasolio del 17,4%, il che ha pesato anche sul trasporto pubblico. Anche il carello della spesa ha fatto registrare una crescita con un +3,4% su base annua.