Jean-Claude Trichet, presidente della Banca centrale europea, ha dichiarato che “viviamo ancora un contesto economico molto impegnativo” e quindi la crisi ancora “non è finita”.
Trichet ha poi specificato che “l’eurosistema ha mantenuto e manterrà il suo senso della direzione“, separando pertanto “in maniera netta le misure standard da quelle non standard”: le prime sono “pensate per garantire la stabilità dei prezzi“, le seconde sono “pensate invece per aiutare a ripristinare un meccanismo più corretto di trasmissione della politica monetaria“.
In merito all’inflazione, il presidente della Bce ha voluto sottolineare che “siamo riusciti a tenere le aspettative inflazionistiche della zona euro saldamente ancorate a livelli coerenti con la stabilità dei prezzi”.
Per Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia, la ripresa è tuttora “debole, fragile, diseguale” e permangono dunque “rischi globali”. Il superamento della crisi mondiale c’è stato, “guidato dalla rapida crescita dei paesi emergenti e da quella più modesta nelle economie più avanzate“. Esistono ancora – ha proseguito l’inquilino di Palazzo Koch – “linee di faglia”, che “pongono rischi globali” e inoltre certi rischi (quali ad esempio politiche economiche discordanti, debiti sovrani in ascesa, squilibri nei pagamenti internazionali) – ha puntualizzato il numero uno di via Nazionale – “è probabile che restino con noi ancora per diverso tempo”.
Mario Draghi ha infine voluto precisare che gli stress test sulle banche continentali “devono essere credibili, coerenti e trasparenti“: infatti – ha concluso il governatore di Bankitalia – “ogni punto debole identificato da questi test deve essere immediatamente affrontato“.