In questi anni la crisi economica ha fatto dell’Italia la patria della cultura del risparmio. Se in passato mettere da parte i soldi significava prevenire rischi futuri, con i tempi che corrono le famiglie sono obbligate a tagliare sulla spesa e rifugiarsi nella sobrietà per poter sopravvivere. Il risultato di questo processo è scontato, lo denuncia l’ultimo rapporto Acri-Ipsos, ci sono sempre meno soldi in circolazione e questo si riflette sulle scelte di investimento dei risparmiatori.
L’Associazione delle Casse di Risparmio Italiane ha messo in evidenza come nel 2012 gli italiani abbiano mostrato una spiccata preferenza verso gli strumenti di liquidità, ovvero quelli che consentono una più veloce e immediata smobilitazione di denaro in caso di necessità. Purtroppo di questi tempi, i pesanti sforzi richiesti ai cittadini da un numero sempre crescente di tasse, fanno in modo che questi siano sempre più frequentemente costretti ad attingere ai propri risparmi.
Proprio il nuovo sistema di tassazione sta, secondo gli esperti, rivoluzionando il modo di pensare l’investimento. Se nel 2006 si pensava che affidarsi al mattone fosse l’azione portatrice di maggiori garanzie, la percentuale di investimenti di questo tipo oggi è in caduta libera, avendo raggiunto il 35% di punti percentuale contro il 70% di sei anni fa. La preferenza verso il mattone è ai minimi dal 2001.
Le nuove tendenze hanno registrato un aumento dei possessori di azioni, dal 6 all’8%, un incremento di bond e certificati di deposito, dall’8 al 10%, e di titoli di stato, dal 5 al 9%. Non mancano gli ottimisti, è addirittura salita di quattro punti, fino a raggiungere il 29%, la percentuale delle persone che ritengono ideale questo momento per investire.