Dai dati forniti nel primo trimestre del 2009 dalla Banca d’Italia, emerge che le istituzioni finanziarie, per concedere credito alle imprese, chiedono sempre più garanzie e parametri più stringenti. Tanto che sono molto poche le imprese che riescono ad ottenere credito e, di conseguenza, sono pochi i distretti industriali e le pmi che possono sviluppare la propria economia e la loro produzione di ricchezza. In termini monetari, per ogni 100 euro chiesti in prestito, quasi la metà sono da restituire subito per garanzie. Alle quali, poi, sono da aggiungere tutte le spese istruttorie, notarili, burocratiche e, non da ultimo, gli interessi. Vien da sé che ciò che resta in mano alle imprese che richiedono i prestiti sono pochi, pochissimi soldi.
E per giunta, molto molto sudati. Solo nel 2008, insomma, se le banche hanno richiesto più garanzie per concedere credito, pari a un +1,6%, 7,5% è stato invece l’aumento richiesto dagli istituti e dalle società finanziarie. Se poi le banche sono controllate e non possono aumentare a dismisura i loro tassi e la richiesta d garanzie, più lenti sono i vincoli degli istituti di credito privati. Ovviamente, è automatico che garanzie e tassi possano essere più elevati. Una conferma, insomma, della crisi economica che non sembra ancora avviarsi verso una risoluzione. Giustamente, le banche e le società finanziarie hanno cercato di tutelarsi autonomamente, anche se ignorando in toto o accogliendo solo in parte molti dei provvedimenti che sono stati predisposti anche dalla BCE per far fronte alla mancanza di liquidità delle famiglie e del sistema finanziario nazionale e europeo. La maggior parte delle insolvenze si concentra nel Mezzogiorno, sia per le famiglie che per le piccole e medie imprese. Per esempio, ogni 100 euro richiesti in Puglia le banche ne richiedono 44 per garanzia, in Sicilia 43, in Calabria 42. In controtendenza la Liguria, dove ogni 100 euro ben 67 sono da restituire per garanzie. Il dato è confermato dalle società finanziarie, dove ogni 100euro erogate se ne richiedono 65 in Puglia, 62 in Sicilia. Insomma, se da una parte c’è la paura per l’insolvenza che fa alzare la guardia alle banche e alle società finanziarie, dall’altra c’è il pericolo che questo faccia desistere i cittadini dal richiedere denaro e prestiti in maniera ufficiale e legale, tentando il ricorso agli usurai. Col risultato di peggiorare ulteriormente la situazione e favorire la criminalità quando non anche le mafie.
Fonte: Prestitoblog.it