La “cessione del quinto dello stipendio” viene messa sotto accusa dalle associazioni dei consumatori e in particolare dalla Fondazione antiusura della Crt che, in tanti anni di attività, ha costantemente monitorato rischi e vantaggi di tale formula finanziaria.
In apparenza potrebbe sembrare una soluzione ottimale per risolverei problemi di liquidità familiare, ma in realtà a volte rischia di trasformarsi in una vera e propria trappola economica che spinge i contraenti ad accumulare sempre più debiti.
La Fondazione attraverso una sinergica collaborazione con l’associazione “La Scialuppa”, ha assistito e sostenuto oltre cinquemila famiglie a rischio “usura”.
Per poter risolvere una situazione emergenziale come quella in cui versano numerose famiglie che, ricorrendo alla cessione rischiano ora di trovarsi a sostenere rimborsi ingestibili, il Crt con Unione industriale e Camera di Commercio, sta elaborando un progetto di modifica che mira a modificare la legge al fine di tutelare attivamente i lavoratori che ricorrono alla formula in questione.
La situazione è a dir poco preoccupante dato che sulla cessione vengono applicati, allo stato attuale, tassi che si aggirano tra il 12,5 e il 15%, ma non si è escluso che a volte si possa arrivare anche al 17%, ovvero, appena un punto al di sotto della soglia usuraia.
Al momento il tasso per i prestiti ai privati può raggiungere il 50% mentre il progetto di modifica richiede, in prima istanza, che non si possano superare i 25 punti percentuali della Banca d’Italia.
Un dato resta certo, che la situazione deve essere inevitabilmente risolta, in quanto come aveva precedentemente messo in luce la Fiom, il 40% dei lavoratori dell’industria risulta avere contratto ingenti debiti difficili da risanare.